«La solidarietà e la condivisione per chi si trova a vivere situazioni difficili anche a causa della mancanza di lavoro non si sono fatte attendere nel nostro territorio, pur messo a dura prova dalla crisi degli ultimi dieci anni». Lo evidenziano il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, il diacono Giancarlo Pecetti, e il referente del progetto “Sosteniamo il Lavoro”, il dott. Francesco Pellegrino, già direttore del personale della IBP/Nestlé e della Banca dell’Umbria/Unicredit, nell’annunciare l’iniziativa di giovedì 13 settembre (ore 18), presso il “Villaggio della Carità” del capoluogo umbro (via Montemalbe 1, zona via Cortonese). E’ un incontro che vedrà la partecipazione del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nel corso del quale saranno consegnati dei riconoscimenti ai titolari delle prime 23 realtà produttive operanti nel territorio perugino che hanno condiviso il progetto “Sosteniamo in lavoro” finanziato dalla Cei, attraverso l’8xMille, e promosso dalla Caritas insieme agli Uffici pastorali diocesani giovanile e per i problemi sociali e il lavoro, con il coinvolgimento della Gi Group Spa (una realtà multinazionale con agenzie di collocamento al lavoro in Italia e all’estero).
I promotori del progetto, che sarà riproposto per altri due anni, auspicano la collaborazione di altre aziende. Le prime 23 operano nei settori alimentare, informatico, logistica, farmaceutica, meccanica, tessile, Ho.Re.Ca. e dei servizi alla persona. Si tratta delle seguenti realtà produttive: Ict Studio Srl; Teamdev Srl; Casa di cura Liotti Spa; Farmacentro servizi e logistica soc. coop.; Jstudios Snc di Anticaglia Luca e Piselli Errico; Cancelloni food service Spa; Isa Spa; La Serra ristorante e pizzeria; Nick & Name Srl; Medical Umbria; Minus discount Srl; Tecnomeccanica Magrini Srl; Gi Group Spa; Eulab Snc di Pecetti & C.; Cristina Rendina; Weedea Srl; Bartoccini gioiellerie Srl; Fincar Srl; E.C.I.P.A. Umbria scarl; Liomatic Spa; Residenza Volumni-Gestioni terza età Srl; Unitatis redintegratio società cooperativa; Agricolus Srl.
Tutte loro hanno dato la possibilità a 27 persone (12 donne e 15 maschi), con età media 30 anni, dopo un’accurata selezione che ha riguardato 80 candidati (tenutasi lo scorso autunno), di svolgere ciascuno un periodo di tirocinio di sei mesi attraverso delle borse-lavoro dal contributo netto mensile di 550 euro. Delle 27 persone interessate, 9 stanno ancora svolgendo il tirocinio, 3 non l’hanno portato a termine per aver trovato un lavoro alternativo, 4 l’hanno concluso senza una continuità occupazionale e 11 hanno ottenuto dalle aziende un contratto a tempo determinato o di apprendistato dopo aver concluso il suddetto tirocinio.
«Come non essere soddisfatti per questo primo risultato di “Sosteniamo il Lavoro” – commentano il direttore Pecetti e il referente Pellegrino –, che proseguirà nel 2019-2020 grazie al finanziamento 8xMille della Chiesa cattolica, che per il primo anno ha impegnato 140 mila euro, e per le aziende che hanno a cuore la crescita produttiva e particolarmente attente al tema della dignità morale ed economica del lavoro. Siamo consapevoli che questo progetto non sarà risolutivo – precisano –, ma è un aiuto che dà speranza e, soprattutto, fiducia a quanti sono alla ricerca di un lavoro dignitoso, in particolare i giovani. Essere disoccupati significa vivere un dramma non solo economico ma anche morale, che in non pochi casi sfocia in forme devastanti di dipendenza. Come ha detto il cardinale Bassetti alla presentazione del progetto, lo scorso novembre – ricordano Pecetti e Pellegrino –, occorre fare tutti la propria parte, ad iniziare dalla Chiesa, anche a livello locale, con “micro progetti” accolti dalle nostre comunità e realtà produttive come esempi, stimoli a creare maggiori opportunità di lavoro. “Sosteniamo il Lavoro” – concludono – è un piccolo segno che va in questa direzione».
Tra gli obiettivi del progetto, si ricordano quelli di costruire un servizio di accompagnamento all’autonomia delle persone attraverso l’attivazione di percorsi formativi professionalizzanti e/o di avvio all’impiego; promuovere il valore del lavoro nel suo senso primario di continuazione dell’opera di Dio; recuperare anche i vecchi mestieri, quelli legati all’artigianato con l’obiettivo di fornire nuove prospettive professionali capaci di valorizzare la manualità e la creatività dei tirocinanti.