Ad anticipare l’inizio del nuovo Anno pastorale, che nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve è segnato dalla festa della Madonna delle Grazie del 12 settembre, sarà l’inaugurazione dei lavori di restauro della “Sala del Sant’Anello” del complesso della cattedrale di San Lorenzo, in programma sabato 8 settembre (ore 16.30). Per l’occasione verrà anticipata l’esposizione (detta comunemente “calata”) della reliquia del Sant’Anello, che si sarebbe dovuta tenere, come da tradizione, il 12 successivo. Questa venerata reliquia, «ritenuta dalla pietà popolare l’anello con cui la Beata Vergine fu sposata a san Giuseppe» (narrano le cronache), è custodita dal 1488 nella cattedrale di Perugia, di cui quest’anno ricorrono i 530 anni della sua presenza, dando vita all’omonima quattrocentesca Confraternita ricostituita nel 2016.
La “Sala del Sant’Anello” è «un sito storico-artistico dimenticato per molti anni, che dall’8 settembre sarà restituito alla città». Ad annunciarlo con non poca soddisfazione sono i sacerdoti don Simone Sorbaioli e don Riccardo Pascolini, rispettivamente custode e cappellano dell’omonima Confraternita. «Questo sito – evidenziano – sarà parte integrante dell’evento annuale “Luoghi invisibili” promosso dal Comune di Perugia in collaborazione anche con l’Archidiocesi perugino-pievese».
Un po’ di storia della “Sala del Sant’Anello”. E’ un luogo storico della cattedrale di Perugia, adiacente la cappella del Santissimo Sacramento, che ospitava l’omonima Confraternita detta anche del Sant’Anello. Questo fino agli anni ’50 del secolo scorso, quando la Sala iniziò ad essere sempre meno utilizzata, anche a seguito della fine della Confraternita, degradandosi nel tempo fino a quasi essere dimenticata. All’inizio degli anni 2000, con la costruzione della nuova cripta degli arcivescovi defunti, quest’ambiente è stato “riscoperto” e successivamente recuperato anche a seguito della ricostituzione dell’omonima Confraternita a cui oggi sono affidate tutte le attività di animazione e cura della reliquia del Sant’Anello.
I lavori di restauro compiuti grazie alla Fondazione Compignano. La “Sala del Sant’Anello” è stata completamente restaurata, ritornando al suo originale splendore, ricca di un apparato pittorico e decorativo risalente al secolo XIX, con un affresco che richiama lo “Sposalizio della Vergine” del Perugino realizzato sul soffitto da un’artista francese, quasi a riparare il gesto del trafugamento dell’opera originale avvenuto da parte delle truppe francesi durante il periodo rivoluzionario e della soppressione napoleonica degli ordini religiosi. Nella “Sala del Sant’Anello” si trovava l’interessante Archivio storico (intatto) della Confraternita, con “matricole” datate fine secolo XV, oggi conservate nell’Archivio del Museo capitolare di San Lorenzo. «Probabilmente l’Archivio della Confraternita – annunciano don Pascolini e don Sorbaioli – sarà ricollocato nella sua sede originale –: la “Sala del Sant’Anello”, che dall’8 settembre ritornerà ad essere anche la sede della ricostituita Confraternita. I lavori di restauro di quest’ambiente della cattedrale sono stati realizzati grazie alla sensibilità della benemerita Fondazione Compignano con sede nell’omonimo borgo medioevale, nel comune di Marsciano (Pg). Questa Fondazione, sorta per volontà di un privato benefattore, Augusto Coli e della sua famiglia originaria di Compignano, con il coinvolgimento dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, è impegnata in validi progetti di recupero socio-culturale, agricolo e turistico di un importante patrimonio civile e religioso che altrimenti sarebbe andato perduto, dando opportunità occupazionale a giovani e contribuendo alla crescita-sviluppo dell’intera comunità locale.
Si rinnova la venerazione per il Sant’Anello protetto da un sistema di sicurezza di 14 chiavi. «E’ stata costante nei secoli la venerazione popolare per questo piccolo tesoro di fede – sottolinea l’avvocato Roberto Tittarelli, priore della Confraternita del Sant’Anello –, durante i quali perugini e pellegrini provenienti anche da luoghi lontani hanno portato a benedire le proprie fedi nunziali come auspicio di un lungo e felice matrimonio». Questo gesto, come la “calata” della reliquia del Sant’Anello, si ripete ogni anno: il 29-30 luglio e il 12 settembre (quest’anno anticipato ai giorni 8 e 9). La benedizione avverrà al termine della celebrazione eucaristica di domenica, delle ore 11.30, e la riposizione della reliquia avverrà dopo la messa pomeridiana delle ore 18. Saranno i membri della Confraternita a riporre il Sant’Anello nel suo prezioso reliquario di argento e rame conservato in una cassaforte posta ad otto metri d’altezza sopra l’altare dell’omonima cappella e protetta da una serie di grate e sportelli in metallo che vengono aperti con 14 chiavi in possesso delle autorità municipali (sette) e religiose (cinque), del Nobile Collegio del Cambio e del Collegio della Mercanzia (una ciascuna). Il “Santo Anello”, al di là della devozione e delle attese popolari, ha per la Chiesa un significato simbolico della santità, stabilità, fecondità del matrimonio cristiano, messo sotto la protezione della Madonna e di san Giuseppe.
La consacrazione di Tamara di Girolamo all’Ordo virginum. Nella due-giorni dedicata a questo “simbolo” della famiglia cristiana in cui nasce la “vocazione” di ogni essere umano, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, durante la celebrazione eucaristica che seguirà la “calata” del Sant’Anello di sabato 8 (ore 17), consacrerà all’Ordo virginum Tamara di Girolamo, insegnante d’infanzia e catechista, laureata in Scienze dell’educazione, che sta concludendo il triennio di Scienze Religiose per il conseguimento del Baccalaureato. La consacrazione nell’Ordo Virginum è caratterizzata dall’impegno a «seguire più da vicino Cristo Signore – si legge nella preposta Nota pastorale Cei (2014) -, in particolare nell’impegno della verginità, quale segno della Chiesa Sposa, pronta per il suo Sposo. Tale vocazione si attua nella Chiesa diocesana in riferimento diretto al Vescovo, vivendo nella realtà secolare». La consacrazione, quindi, non comporta un distacco dal contesto sociale in cui ciascuna consacrata è inserita, ma anzi si attua attraverso i propri carismi personali nei vari ambiti professionali, sociali ed ecclesiali. In Italia le vergini consacrate sono oltre 750, più circa 400 in formazione e sono presenti attualmente in 105 Diocesi. La crescita del numero è notevolmente aumentata negli ultimi anni; in Umbria coloro che hanno ricevuto il Rito di consacrazione sono venti, presenti nelle comunità diocesane di Assisi, Gubbio, Orvieto, Perugia, Spoleto e Terni.