Erano un centinaio i volontari degli Empori della Solidarietà e dei Centri di Ascolto delle Caritas parrocchiali dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, che hanno partecipato, lo scorso fine settimana, presso il Centro “Mater Gratiae” di Montemorcino, alla Giornata di formazione promossa dalla Caritas diocesana. E’ stata un’occasione per confrontarsi sui temi del servizio e delle nuove sfide. Un articolo-resoconto dell’incontro è consultabile sul sito: www.caritasperugia.it , a cura di Franco Volpini, giornalista professionista a riposo, volontario Caritas da diversi lustri.
La giornata è iniziata con una riflessione del cardinale Gualtiero Bassetti, che ha espresso la sua soddisfazione nel vedere una «Chiesa che cresce nella Carità». Il presule ha evidenziato una maggiore necessità di «una Chiesa dalle porte aperte, al servizio dei poveri», per meglio affrontare sfide ed emergenze sociali che interpellano le comunità dei fedeli oltre alle Istituzioni civili e politiche.
Il cardinale Bassetti si è soffermato nella sua riflessione anche sulla misericordia: «La Chiesa è chiamata da Cristo ad essere misericordia e a divenire segno di misericordia. Una Chiesa inclusiva ed accogliente, dalle porte aperte. E, al tempo stesso, capace di andare incontro alle periferie del nostro mondo, cercando con esse un dialogo aperto, riconoscendo nei poveri la carne sofferente di Cristo. Non basta una fede creduta e celebrata. C’è, ma ha bisogno delle opere di misericordia che la rendano viva».
Prezioso anche il richiamo fatto dal teologo francescano padre Giulio Michelini alla parabola del buon Samaritano, che ha stimolato i gruppi di lavoro nel fare il punto sulle realtà del volontariato e dei fronti sui quali la Caritas si misura quotidianamente. Per il primo aspetto, emerge ancora una carenza di giovani, anche se l’esempio di genitori e nonni sta producendo dei frutti. Sul secondo, il discorso è complesso e variegato: pesano chiusure di fabbriche e la conseguente perdita di lavoro e di fonte di sostentamento, ma anche la solitudine di tanti anziani.
Significative le testimonianze di alcuni “buoni samaritani” di oggi, una giovane coppia che coordinata un’opera segno in cui vengono accolti ragazzi in gravi difficoltà, e una religiosa che a Lampedusa aiuta quanti arrivano dal mare: «Sono tanti e vivono situazioni per noi inimmaginabili. In questo contesto la Carità richiede donazione di sé, vicinanza e discernimento, ma si fa anche esperienza della Provvidenza».
Provvidenza che, a conclusione della giornata, è stata invocata anche dal diacono Giancarlo Pecetti, direttore della Caritas diocesana, in riferimento al prossimo arrivo nel capoluogo umbro di una seconda famiglia siriana. Si tratta di un nucleo che ha potuto usufruire del “corridoio umanitario” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Caritas italiana e con la collaborazione del Ministero dell’Interno. Per poter accogliere al meglio questa famiglia occorre l’aiuto e la condivisione di molti.