Il lavoro, quindi il sociale, è un degli ambiti pastorali che la Chiesa di Perugia-Città della Pieve mette da lungo tempo al centro della sua attenzione e, nella ricorrenza del Primo Maggio 2018, propone due eventi rivolti ai lavoratori, alle loro famiglie e a quanti rivestono responsabilità in campo imprenditoriale, istituzionale e politico e nel mondo sindacale:
la Veglia di preghiera per il lavoro di lunedì 30 aprile (ore 21), presso la chiesa parrocchiale “Santa Famiglia di Nazareth” di San Sisto (il centro abitato a più alta densità di realtà produttive ed occupazionali del perugino), presieduta dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, promossa dall’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro diretto dal diacono Carlo Cerati, che rivolge un «caloroso invito a partecipare a quanti sono interessati e sensibili a questo tema di primaria importanza per il presente e il futuro della nostra società»;
la Mostra “LabOra. Persona. Lavoro. Bene comune. Immagini e testimonianze sul significato, la dignità e le sfide del lavoro”.
Quest’interessante esposizione, organizzata dalla Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali e patrocinata dal Comune di Perugia e dall’Archidiocesi, sarà inaugurata lunedì 30 aprile (ore 18), presso la “Sala della Cannoniera” della Rocca Paolina, fruibile gratuitamente da martedì 1 maggio a sabato 12 maggio 2018, con orario continuato (dalle ore 11 alle 20 e nei giorni feriali anche dalle 9 alle 11 riservato alle scolaresche su prenotazione. Per visite guidate – anch’esse gratuite – di gruppi e singoli consultare il sito: mostre.diocesi.perugia.it e per informazioni: mostre@diocesi.perugia.it). Nel periodo di apertura della mostra si svolgeranno tre incontri di approfondimento (sempre nella “Sala della Cannoniera”) con il seguente calendario: mercoledì 2 maggio, (ore 18): Il progetto “Sosteniamo il lavoro” (Caritas, Pastorali giovanile e del lavoro dell’Archidiocesi); venerdì 4 maggio (ore 18): La Chiesa italiana e il Progetto Policoro; lunedì 7 maggio (ore 18): L’alternanza scuola-lavoro.
Tre punti focali.
La mostra “LabOra…” si snoda intorno a tre punti focali, corrispondenti alle tre sezioni espositive che la compongono: il significato positivo del lavoro, aspirazione alla realizzazione integrale della persona; le criticità e i problemi del lavoro, nel contesto di un mondo che cambia in fretta; alcune esperienze di “buon lavoro”, tentativi e realizzazioni presenti sul territorio perugino-pievese.
Un’azione pastorale sociale che abbraccia tre secoli.
Si ha memoria, nella comunità diocesana perugina, dell’attenzione al lavoro e alle problematiche sociali connesse fin dal lungo episcopato (1846-1878) del cardinale Gioacchino Pecci, poi papa Leone XIII (1878-1903), il pontefice dell’enciclica Rerum novarum, definito dagli storici il «Papa sociale» e il «Papa dei lavoratori», sensibile alle trasformazioni agricole e industriali che caratterizzarono la società perugina ed umbra della seconda metà dell’800. Nell’ultimo mezzo secolo non si può non ricordare l’impegno pastorale sociale degli arcivescovi Ferdinando Lambruschini, Cesare Pagani, Ennio Antonelli, Giuseppe Chiaretti e Gualtiero Bassetti, che hanno posto al centro della loro azione di pastori il lavoro, anche attraverso la nascita di opere caritative in suo sostegno. Significative le periodiche visite a realtà produttive e gli interventi a favore dei lavoratori delle aziende in crisi, promuovendo, con il coinvolgimento di istituzioni pubbliche e realtà imprenditoriali, diverse forme di aiuto ad un’occupazione dignitosa, soprattutto nei momenti difficili. Il cardinale Bassetti ha dedicato al lavoro un ambito dell’“attenzione sociale” della sua recente Visita pastorale (2013-2017) e nel suo episcopato si stanno promuovendo alcuni progetti di sostegno al lavoro come quello curato dalla Caritas insieme alle Pastorali giovanile e per i problemi sociali e il lavoro.
I due motivi della Mostra “LabOra”.
La pressante attualità del tema lavoro, come ha sottolineato il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti ai microfoni di “Gocce di Carità”, la trasmissione quotidiana di Umbria Radio condotta dalla giornalista Mariangela Musolino, ha quest’anno indotto la Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali a promuove una mostra su questo importantissimo tema «per due motivi – ha detto il presule –. Il primo è lo stimolo venuto dalla Settimana sociale dei cattolici italiani tenutasi a Cagliari lo scorso ottobre, che ha mostrato l’importanza di riflettere in maniera innovativa sul tema del lavoro. Il secondo motivo è la situazione critica che noi attraversiamo nella nostra regione, che non sembra dar luogo a una ripresa dell’occupazione e dove continuano a essere presenti fenomeni come incidenti sul lavoro, l’emarginazione dei giovani».
Una mentalità nuova per il lavoro, soprattutto dei giovani.
«Ci aspettiamo – ha proseguito mons. Giulietti – che questa mostra possa aggregare persone di diverse età, dalla scuola ai giovani, al mondo dell’imprenditoria che ha bisogno di una visione nuova del lavoro. E’ un discorso culturale, il capire che non si può andare avanti come si è fatto finora e che un’attenzione diversa alla persona e ai suoi bisogni, al territorio, paga e non è solo un costo. D’altra parte l’inerzia della società umbra, che è un po’ chiusa, dove i cambiamenti vengono introdotti con più fatica. A volte anche i giovani hanno in mente degli stereotipi sul lavoro: il posto fisso, che altri ti devono dare o che non richiede studio, competenza o sacrificio. Bisogna aiutare i ragazzi a capire che ci vuole una mentalità nuova che comprende responsabilità e tante altre virtù a cui oggi occorre ripensare».
Cosa offre la Mostra “LabOra. Persona. Lavoro. Bene comune.
Immagini e testimonianze sul significato, la dignità e le sfide del lavoro”
Fruibile dal 1 al 12 maggio 2018 nella “Sala della Cannoniera” della Rocca Paolina di Perugia, la mostra “LabOra. Persona. Lavoro. Bene comune. Immagini e testimonianze sul significato, la dignità e le sfide del lavoro”, curata dalla dott.ssa Alessandra Di Pilla della Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali, «vuole offrire un’occasione di riflessione sul tema del lavoro – spiega la prof.ssa Maddalena Pievaioli, segretaria della Consulta –, dimensione fondamentale della persona e della società che sta vivendo profonde trasformazioni».
Cosa offre la Mostra? Risponde la curatrice Alessandra Di Pilla. «“LabOra…” si compone di pannelli con testi, immagini e brevi video. Il punto di vista con cui si guarda al lavoro è quello del magistero di papa Francesco, al quale è dedicata la sezione introduttiva (Il lavoro nel magistero di papa Francesco). Il lavoro che vogliamo, dice il papa, è “libero, creativo, partecipativo e solidale”, nel quale “l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita (Evangelii Gaudium, 192). La Chiesa riconosce il significato positivo del lavoro, quale aspirazione alla realizzazione integrale della persona, che si esprime nelle relazioni con gli altri uomini e con l’ambiente. La considerazione positiva del lavoro che caratterizza la nostra cultura non è scontata: è figlia dello sguardo cristiano, che ha valorizzato l’uomo che lavora in un modo rivoluzionario, sconosciuto al mondo antico. In tal senso, la prima sezione della mostra (La rappresentazione del lavoro nella nostra storia) considera il significato positivo del lavoro alla luce della tradizione cristiana, attraverso alcune delle espressioni più significative di essa nel nostro territorio: il ciclo sul lavoro nelle formelle della Fontana Maggiore di Perugia (1278); l’esperienza dei santi umbri Benedetto e Francesco; il lavoro nelle corporazioni della Perugia medievale. Ad arricchire la sezione, la presenza dei calchi ottocenteschi in gesso di due formelle delle Fontana, concessi dall’Accademia di Belle Arti di Perugia».
«La seconda sezione – prosegue la curatrice Di Pilla – si intitola Il lavoro che non vogliamo. Emergenze e sfide dell’oggi. Facendo eco alla recente 48ma Settimana Sociale dei Cattolici (Cagliari 2017), si considerano alcune criticità del mondo del lavoro: la disoccupazione dei giovani, con la necessità di orientarsi e di valorizzare il percorso di studi; l’occupazione femminile e la conciliazione tra lavoro e famiglia; la crescente condizione precaria del lavoro, con l’urgente domanda di istruzione e formazione permanenti che permettano una continuità lavorativa nella vita delle persone».
«La terza e ultima sezione (Buon lavoro. Volti e storie dal nostro territorio) – conclude Di Pilla – propone brevi video-interviste ad aziende del territorio, documentando esperienze di “buone pratiche” già in atto, in campi come quelli della formazione, della conciliazione tra lavoro e famiglia, della responsabilità sociale e della cura del territorio. Non mancano, vicino a noi, testimonianze che è possibile fare impresa anche in presenza di grandi difficoltà e nel segno dell’efficienza e dell’equità, rispettando e valorizzando le persone».