Si è concluso ad Abano Terme (Pd) il 40° Convegno nazionale delle Caritas diocesane dedicato al tema: “Giovane è… #una comunità che condivide”, promosso dalla Caritas italiana, che ha visto nella rinomata cittadina termale veneta, dal 16 al 19 aprile, oltre 600 delegati provenienti dalle 220 Caritas di tutta la Penisola. A guidare la delegazione di Perugia-Città della Pieve è stato il direttore diacono Giancarlo Pecetti, che, a conclusione dei lavori, ha commentato: «Sono state quattro giornate di incontri e riflessioni che ci hanno arricchito. Sono emersi tanti stimoli per giovani e meno giovani e conosciute nuove esperienze di carità. Basti pensare alla visita a Padova, il 18 aprile, che ha preceduto la celebrazione eucaristica nella basilica di Sant’Antonio, all’omonima Opera della Provvidenza dove ci sono state presentate alcune significative esperienze diocesane del Triveneto, che ben concretizzano il tema di questo 40° convegno nel contribuire non poco allo sviluppo umano e cristiano di una comunità aperta alla condivisione e capace di coinvolgere le giovani generazioni».
«Di simili esperienze rivolte ai giovani – ha proseguito il direttore Caritas , dove essi possono mettere in pratica quotidianamente gli insegnamenti evangelici del farsi prossimo al coetaneo o all’adulto, ci sono anche nella nostra Umbria. Occasione per una loro maggiore conoscenza e valorizzazione dal punto di vista della “pedagogia della carità”, potrebbe essere quella di ospitare a Perugia uno dei prossimi convegni nazionali. Noi saremmo lieti di poter accogliere gli amici delle Caritas diocesane della nostra Penisola, perché sarebbe anche la prima volta in quasi mezzo secolo di storia della Caritas, sorta in Italia nel 1971 per volontà di papa Paolo VI, il cui primo presidente fu mons. Giovanni Nervo. Proprio un interrogativo di mons. Nervo mi ha fatto non poco riflettere, che ho letto su un totem di richiamo per noi convegnisti, che il direttore mons. Francesco Soddu ha citato nella sua relazione conclusiva: “Le nostre presenze di carità esprimono condivisione, promozione, coinvolgimento comunitario, impegno sociale e politico, preferenza per i più poveri?”. Anche carichi del “peso” di questo interrogativo, insieme a tanti stimoli raccolti nei vari interventi e gruppi di lavoro offerti dal convegno, proseguiamo il nostro cammino comune di Chiesa fondato sulla carità di Cristo che con la sua Parola ci esorta a praticarla in noi stessi e per e con gli altri».
«Come non condividere – ha concluso il diacono Pecetti – le parole di mons. Soddu quando ha detto: “oggi le comunità entro cui viviamo sono realtà fragili, che sempre più si sfaldano e si spopolano, che cambiano, si arricchiscono di nuove persone, spesso giovani, migrate da altri Paesi, e quindi si ricompongono e si ripensano, non senza tensioni. Mutano e quindi anche noi dobbiamo mutare con loro, senza però omologarci alle mode o alle tendenze”; considerazioni dette proprio in relazione all’interrogativo dell’indimenticato presidente mons. Nervo».