Inizierà a Perugia, il prossimo 18 gennaio (fino al 1 marzo 2018), il nuovo ciclo di incontri dal titolo: “Se questo è amore” curato da suor Roberta Vinerba, francescana diocesana, teologa e catechista, autrice di diversi libri di successo per giovani e meno giovani. Questo nuovo ciclo di incontri, promosso in collaborazione con gli Uffici diocesani per la Pastorale giovanile e universitaria e con il Centro di formazione pastorale, si terrà presso il Centro Mater Gratiae di Perugia, tutti i giovedì dalle ore 18.45 alle 20, ed è rivolto a “giovani” dai 18 ai 99 anni per decifrare con loro l’alfabeto dell’amore. Gli incontri sono aperti a fidanzati, sposati, single, animatori dei gruppi giovanili e a tutti gli educatori.
«Il corso ripropone l’integralità dell’annuncio cristiano sul corpo, sulla sessualità come “attesa dell’altro”, sull’amore che è una realtà eterna e insieme fragilissima – spiega la curatrice –. Si tratta di una condizione nella quale siamo tutti immersi e a qualunque età, ma oggi mi pare che pur con tutti gli strumenti di cui disponiamo, ci sia una gran confusione che genera false aspettative e tanta sofferenza».
Suor Roberta Vinerba è consapevole che «quello che la Chiesa ha da dire su questo argomento appare anacronistico, ma in questi anni il successo di questa iniziativa che esporto ormai in tutta Italia, dice una cosa diversa. Ovvero, la proposta cristiana dell’amore, con un linguaggio aggiornato e semplice che possa parlare a tutti in maniera esperienziale, appare non solo sensata, ma profondamente attuale, capace di rispondere alle domande più profonde dell’uomo e della donna di oggi».
Dall’anno 2002 hanno partecipato agli incontri di “Se questo è amore” persone di tutte le età (anche se i primi destinatari sono i giovani), di differenti condizioni, con storie le più variegate, molti lontanissimi dalla Chiesa. «Mi capita a volte – racconta la religiosa – di incontrarne causalmente alcuni che mi riconoscono e mi dicono quanto sia stato importante ascoltare qualcosa che fu totalmente nuovo per loro. Certo, il corso scomoda, mette in discussione, provoca sotto certi aspetti, e forse proprio per questo “funziona” perché non ha paura di andare controcorrente».