In preparazione al Natale la Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, nella III Domenica d’Avvento (17 dicembre), promuove la Giornata di solidarietà per l’Emporio “Tabgha” con iniziative di sensibilizzazione e raccolte di offerte nelle Parrocchie della Prima Zona pastorale (Perugia città). Si tratta di un’iniziativa volta a far conoscere e a sostenere il servizio dell’Emporio “Tabgha” che, con i suoi 50 e più volontari, è anche un “centro di ascolto” per le tante famiglie che settimanalmente si recano a “fare la spesa”. A spiegare le finalità di quest’iniziativa, che quest’anno ha per tema “Natale, dono del Signore”, sono il diacono Giancarlo Pecetti e la moglie Luisa, direttore e condirettrice della Caritas diocesana: «I quattro “Empori della Solidarietà” attivati nella nostra comunità diocesana sono stati una bella intuizione – sottolineano i coniugi Pecetti –, perché aiutano e sostengono le famiglie in difficoltà rispettando la loro dignità e le loro abitudini alimentari. L’Emporio “Tabgha” é per la Prima Zona pastorale, così come per gli altri tre le altre Zone, un bene da custodire e sostenere. Per questo abbiamo pensato di coinvolgere tutte le Parrocchie in una forma diretta a contribuire attraverso i fedeli alla gestione di questo servizio. E’ l’amore per i “nostri poveri” che ci spinge; essi sono per ogni cristiano il tesoro da custodire di cui ci parlava san Lorenzo, martire e diacono, titolare della nostra cattedrale. A tutti coloro che liberamente sentiranno il desiderio di sostenere l’Emporio verrà donata una delle palline di Natale artigianali fatte con tanta gioia dalle mamme ospiti del nostro “Villaggio della Carità”. Queste donne hanno voluto con questo gesto contribuire al bene di tante persone che come loro attraversano un tempo di particolare fragilità. Ed é bello che tutti contribuiscano, come possono, al “bene comune”».
Sostenere l’Emporio “Tabgha”, realizzato con il contribuito della Caritas italiana (fondo 8xMille), della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e di alcune realtà imprenditoriali, è un segno di solidarietà e generosità con chi non solo il giorno di Natale, ma tutti gli altri 364 dell’anno li trascorre in gravi difficoltà causate sempre più spesso dalla perdita del lavoro. Quest’Emporio, in poco più di tre anni di attività, ha aiutato – lo ricordiamo – 790 nuclei familiari (attualmente 470) di cui quasi il 25% di cittadini italiani (al primo posto come nazionalità), distribuendo 388 tonnellate di generi alimentari, di prodotti di prima necessità per l’igiene intima e per la casa e di materiale scolastico.
L’Emporio “Tabgha” e gli altri tre Empori Caritas realizzati nel 2016, come opere segno del Giubileo straordinario della Misericordia in zone maggiormente toccate dalla crisi, sono stati fortemente voluti dal cardinale Gualtiero Bassetti affinché le persone in difficoltà non si sentano lasciate sole ma abbiano un punto di riferimento non solo di aiuto materiale, soprattutto di ascolto delle loro storie di vita e necessità. Complessivamente i quattro Empori Caritas (Perugia città, San Sisto, Ponte San Giovanni e Marsciano) sono frequentati settimanalmente da circa 1.200 famiglie.
Ilaria, una giovane volontaria dell’Emporio “Tabgha”, ha raccontato ai microfoni della trasmissione “Gocce di Carità” di Umbria Radio la sua esperienza: «E’ da circa sei mesi che sto facendo volontariato presso questo Emporio Caritas, dove mi ha colpito molto l’accoglienza, la dimensione di famiglia, trovandomi molto a mio agio con gli altri volontari e le persone che accedono all’Emporio. Sono relativamente giovane, ma non sono l’unica e ciò che mi ha arricchito è questa dimensione di solidarietà che l’Emporio trasmette a prescindere da chi si ha di fronte anche tra noi volontari».
Ilaria ha anche fatto un appello affinché altri suoi coetanei possano vivere l’esperienza del mettersi al servizio degli altri: «C’è un po’ l’idea che sia un ambiente non per giovani, ma in realtà io non ho assolutamente avuto questo vissuto. E’ una realtà che ti dà molto in termini di relazioni e di sentirti utile nel fare del bene nel “piccolo”, perché non si fanno cose eccezionali, però anche un sorriso per persone che vivono in solitudine e in povertà è già tanto. Come tu dai a loro ricevi anche tanto».