Iniziata nell’autunno 2013 a quattro ambiti sociali di grande attualità ed interesse anche per la Chiesa – lavoro, immigrazione, sanità e università -, la Visita pastorale del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti si avvia alla conclusione. Questo fine settimana si è tenuta nella “Sala del cardinale” dell’Oratorio parrocchiale di Torgiano l’assemblea conclusiva della Visita alle comunità parrocchiali delle cinque Unità pastorali (14a-15a-16a-17a-18a) della Terza Zona “Bassa Valle del Tevere” dell’Archidiocesi, che conta circa 50mila abitanti con una presenza di immigrati pari a più del 10% della popolazione totale.
Il prossimo 10 luglio (ore 21), presso il teatro “San Giovanni Paolo II” dell’Oasi di Sant’Antonio in Perugia, si terrà l’assemblea conclusiva della Visita alle sette Unità pastorali (U.p.) della Prima Zona (Perugia città), che chiude di fatto la stessa Visita pastorale. In autunno si terrà l’incontro diocesano su quanto è emerso dalla Visita, fornendo le “indicazioni pastorali” per il cammino futuro della Chiesa perugino-pievese.
Costituiscono la Terza Zona pastorale le Parrocchie di Ponte S. Giovanni, Pieve di Campo, Balanzano, Collestrada, Ospedalicchio, Piscille (14a U.p.), Torgiano, Pontenuovo, Brufa (15a U.p.), Deruta, Casalina, Castelleone, S. Nicolò di Celle, S. Angelo di Celle (16a U.p.), Ss. Proto e Giacinto, Montebello, S. Fortunato della Collina, S. Martino Delfico (17a U.p.), S. Martino in Campo, S. Andrea d’Agliano, S. Martino in Colle, S. Maria Rossa e S. Enea (18a U.p.). La Terza Zona pastorale insiste, oltre che nel comune di Perugia, in quelli di Bastia Umbra, Deruta e Torgiano e all’assemblea conclusiva sono intervenuti anche i sindaci Michele Toniaccini (Deruta) e Marcello Nasini (Torgiano), che hanno auspicato una maggiore collaborazione con la Chiesa locale in ambito sociale e culturale. La Terza Zona conta diciotto sacerdoti diocesani, di cui quattro in pensione, due diaconi permanenti e due seminaristi. Sono presenti alcune significative realtà ecclesiali quali l’Istituto Sereni-Don Guanella in Montebello, la Comunità di accoglienza Caritas “Madonna dei Bagni” presso l’omonimo santuario in Casalina di Deruta, il Centro diocesano di spiritualità “Tabor” in Piscille coordinato da don Giacomo Brioni, la sede diocesana dell’Operazione Mato Grosso (OMG) nella 17a U.p. e la comunità delle suore Pastorelle in Ponte S. Giovanni.
Gli interventi del cardinale Gualtiero Bassetti e del vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, che ha illustrato le cinque Lettere pastorali conclusive della Visita consegnate ai rispettivi parroci moderatori delle U.p., sono stati preceduti dal saluto di mons. Giuseppe Piccioni, parroco moderatore della 15a U.p. e vicario episcopale della Terza Zona dell’Archidiocesi. Mons. Piccioni ha richiamato i presenti alla sollecitazione del cardinale, quella di «dar vita alle Unità pastorali, accogliendo i suggerimenti del Sinodo Diocesano di cui lo stesso cardinale ha raccolto con tanta attenzione i lavori. Ci ha consegnato delle scatole vuote – ha proseguito mons. Piccioni –, che noi eravamo chiamati, con discernimento, a riempire, dandoci anche dei consigli e degli indirizzi. Come vicario episcopale ho potuto costatare che tutte le cinque Unità pastorali si sono messe in cammino seguendo i consigli del vescovo, alcune più velocemente, forse perché avevano situazioni più facili da affrontare, altre più lentamente perché hanno trovato ostacoli che invitavano alla prudenza. Cinque Unità pastorali molto belle, che camminano con impegno: ognuna di esse cerca di dare, e questo mi piace molto, il suo “colore” caratteristico, tenendo presente il territorio con la sua storia e le persone che compongono l’Unità». Mons. Piccioni ha concluso chiedendo al cardinale di accogliere il suo invito a sollevarlo dall’incarico di vicario, «non per l’età avanzata, non per essere rottamato – ha detto lo stesso sacerdote –, ma per dare spazio ai giovani parroci, di ordinazione non di età, delle nostre Unità pastorali».
Le cinque Lettere pastorali conclusive, illustrate nei loro “aspetti comuni” da mons. Giulietti, intendono offrire «alcune considerazioni sull’esperienza vissuta» della Visita pastorale del cardinale Bassetti, «ma soprattutto fornire indicazioni per il cammino dei prossimi anni, in modo che le vostre parrocchie – ha evidenziato lo stesso porporato – possano crescere in quella “pastorale integrata” che è lo stile dell’Unità pastorale». L’U.p., ha precisato il cardinale, «è un’opportunità per ripensare la presenza missionaria della Chiesa sul territorio, per unire le forze, per concentrare le energie là dove è più urgente l’azione della comunità cristiana. Durante la Visita ho potuto incontrare tantissime persone profondamente credenti e sinceramente impegnate: ciò fa sperare che le vostre parrocchie saranno all’altezza di rispondere alle sfide del tempo presente».
Gli aspetti comuni affrontati nelle cinque Lettere riguardano non poco la «progressiva armonizzazione della pastorale», il «superamento di molte resistenze campanilistiche», la «creazione di nuove e positive relazioni tra parrocchiani e comunità diverse. Tale cammino è avvenuto senza mortificare le varie identità e ha consentito a tutte le comunità di avere proposte significative per i ragazzi, i giovani e gli adulti. Il cammino non è ancora compiuto, ma è senz’altro ben avviato». Gli ambiti toccati per questo cammino verso la realizzazione completa delle U.p. nell’offrire iniziative e attività più comuni possibili alle comunità di una stessa U.p., sono, oltre le celebrazioni liturgiche, la catechesi per adolescenti e adulti, la carità, attraverso una maggiore presenza di giovani tra i volontari delle Caritas con i loro Centri di Ascolto e l’Emporio della Solidarietà di Ponte S. Giovanni, per svolgere soprattutto la fondamentale “funzione pedagogica” nei confronti dell’intera comunità cristiana, gli Oratori già presenti un po’ in tutte le U.p., la pastorale rivolta alle famiglie, agli anziani, ai malati-disabili e non da ultima la comunicazione attraverso l’unificazione dei siti Internet già esistenti o la realizzazione di nuovi, come la redazione di un unico foglio-bollettino d’informazione periodica per ciascuna U.p. Inoltre, «un settore che merita particolare attenzione è quello dell’iniziazione cristiana e della pastorale dei ragazzi e dei giovani». Ad esempio, «la particolare composizione etnica della popolazione giovanile dell’U.p. di Ponte S. Giovanni, vero “laboratorio” di integrazione, rende necessaria un’attenta collaborazione con tutte le agenzie educative, a partire dalla scuola, e un deciso coinvolgimento delle famiglie». La Visita del cardinale Bassetti ha anche «dato modo di riflettere innanzitutto sulla conformazione delle U.p. e sugli aggiustamenti da compiere per un loro migliore adattamento al territorio», ad esempio l’unificazione della parrocchia di Castelleone a quella di Casalina dal punto di vista pastorale e amministrativo.
L’intervento del cardinale Bassetti: «Anche i piccoli hanno più bisogno di testimoni che di maestri».
Dopo alcuni interventi di sacerdoti e laici impegnati in parrocchia, il cardinale Bassetti ha concluso l’assemblea evidenziando che «la Visita pastorale è un cammino che inizia, non finisce. Sono emerse delle tematiche che sono il contenuto pastorale del nostro cammino di Chiesa attenta, che vuole stare vicino alla gente, inclusiva, che cerca di accogliere tutti, nessuno può essere escluso. Se abbiamo letto con attenzione e profondità l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di papa Francesco, comprendiamo l’importanza di una Chiesa accogliente per essere una madre che segue con premura tutti i suoi figli. Dice il Papa, nell’Evangelii Gaudium, che la Chiesa è una madre che genera i figli, li cura, li fascia, si preoccupa di loro e se scappano da casa li va a cercare».
Il cardinale ha fatto anche autocritica dicendo: «Ho l’impressione che in diocesi, salvo qualche rara eccezione, si sia approfondito poco quest’esortazione apostolica che il Papa ci ha dato come segno di una conversione pastorale. E il mio vescovo ausiliare, mons. Paolo Giulietti, nel presentarvi le Lettere pastorali conclusive della Visita, non ha parlato di aggiustamenti ma di una vita concreta, che deve agganciarsi sempre di più con quella che è la situazione di tutta la gente per essere Chiesa “ospedale da campo”, Chiesa in “uscita”. La Chiesa che emerge dall’Evangelii Gaudium e dall’Amoris Laetitia, è quella che accoglie e accompagna anche tante persone che vivono ai margini. Abbiamo bisogno di una Chiesa che integra».
Il porporato non poteva non soffermarsi anche sulla povertà. «Se noi pensiamo ai poveri che ci avvicinano – ha commentato –, e non sono soltanto quelli che ci vengono a chiedere da mangiare, anch’io sono preoccupato perché vedo pochi giovani impegnati nelle Caritas. Sono i soliti volontari anziani che si fanno carico delle persone in difficoltà, ma la Caritas ha bisogno di cuori e il cuore, cari ragazzi, dovete darlo voi. Abbiamo bisogno della vostra generosità, di qualcuno come voi che guarda più lontano di noi nel prodigarsi per il prossimo. Anche la catechesi ha bisogno di giovani come la carità, perché non può essere soltanto la trasmissione di una dottrina. Una volta bastava una brava catechista, oggi la catechesi deve essere sempre la testimonianza di una piccola comunità cristiana, che sia una famiglia, una coppia di fidanzati o di sposi, perché il cristianesimo si comunica non per nozioni ma per attrazione, perché oggi anche i piccoli hanno più bisogno di testimoni che di maestri, come ci disse più di cinquanta anni fa papa Paolo VI».