28 maggio – Liturgia delle ore

28 maggio

 

BEATO ERCOLANO DA PIEGARO

sacerdote

Memoria facoltativa

Piegaro: Memoria obbligatoria

 

Dal Comune dei pastori o dei santi religiosi, con salmodia del giorno del salterio.

 Ufficio delle letture

 

Seconda lettura

Dalla “Regola non bollata” di san Francesco d’Assisi

(XVII, 1-19, in E. Caroli ed., Fonti francescane, Padova, Editrici Francescane, 2004, pp. 77-78)

 Parliamo, non con parole che insegna la sapienza umana, ma con quelle che insegna lo Spirito di Dio

 

Nessun frate predichi contro la forma e le disposizioni della santa Chiesa e senza aver ricevuto il permesso dal suo ministro. E il ministro si guardi dal concederlo senza discrezione ad alcuno. Tutti i frati, tuttavia, predichino con le opere. E nessun ministro o predicatore consideri sua proprietà il ministero dei frati o l’ufficio della predicazione, ma in qualunque ora gli fosse ordinato, lasci, senza alcuna contestazione, il suo incarico.

Per cui scongiuro, nella carità che è Dio (cfr. 1 Gv 4, 8), tutti i miei frati occupati nella predicazione, nell’orazione, nel lavoro, sia chierici che laici, che cerchino di umiliarsi in tutte le cose, di non gloriarsi, né godere tra sé, né esaltarsi dentro di sé delle buone parole e delle opere, anzi di nessun bene che Dio fa o dice e opera talvolta in loro e per mezzo di loro, secondo quello che dice il Signore: “Non rallegratevi però in questo, che i demoni si sottomettono a voi” (Lc 10, 20).

E siamo fermamente convinti che non appartengono a noi se non i vizi e i peccati. E dobbiamo anzi godere quando siamo esposti a diverse prove (Gc 1, 2), e quando sosteniamo qualsiasi angustia o tribolazione dell’anima o del corpo in questo mondo in vista della vita eterna. Quindi tutti noi frati guardiamoci da ogni superbia e vana gloria, e difendiamoci dalla sapienza di questo mondo e dalla prudenza della carne (Rm 8, 6-7 Vg). Lo spirito della carne, infatti, vuole e si preoccupa molto di possedere parole, ma poco di attuarle, e cerca non la religiosità e la santità interiore dello spirito, ma vuole e desidera una religiosità e una santità che appaia al di fuori agli uomini.

È di questi che il Signore dice: “In verità vi dico, hanno ricevuto la loro ricompensa (Mt 6, 2).

Lo spirito del Signore invece vuole che la carne sia mortificata e disprezzata, vile e abietta e obbrobriosa, e ricerca l’umiltà e la pazienza, la pura semplicità e la vera pace dello spirito, e sempre desidera sopra ogni cosa il divino timore e la divina sapienza e il divino amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamo grazie a lui, dal quale procede ogni bene. E lo stesso altissimo e sommo, solo vero Dio abbia, e gli siano resi ed egli stesso riceva, tutti gli onori e la riverenza, tutte le lodi e le benedizioni, ogni rendimento di grazia e ogni gloria, poiché suo è ogni bene ed egli solo è buono (cfr. Lc 18, 19).

E quando vediamo o sentiamo maledire o fare del male o bestemmiare Dio, noi benediciamo e facciamo del bene e lodiamo Dio, che è benedetto nei secoli (Rm 1, 25; 9, 5).

 Responsorio                                                                                                            1 Cor 1, 21. 23. 25

R/. È piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione: * noi annunciamo Cristo crocifisso (T. P. alleluia).

V/. Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini:

R/. noi annunciamo Cristo crocifisso (T. P. alleluia).

 

 Orazione

 Dio grande e misericordioso, che hai affidato al beato Ercolano da Piegaro la missione di annunziare alle genti le inesauribili ricchezze di Cristo, per sua intercessione concedi anche a noi di crescere nella tua conoscenza e di camminare alla tua presenza nello spirito del Vangelo, portando frutti di opere buone. Per il nostro Signore.