23 ottobre – Liturgia delle ore

23 ottobre

 

San Giovanni da Capestrano

sacerdote

 

Memoria facoltativa

Dal Comune dei pastori o dei santi religiosi, con salmodia del giorno del salterio.

Ufficio delle letture

 

Seconda lettura

Come nella Liturgia delle Ore secondo il Rito Romano, oppure:

Racconto della propria conversione fatto da san Giovanni da Capestrano

 (A. Chiappini, San Giovanni da Capestrano e il suo convento, Aquila 1925, pp. 30-31)

Così me ne andai al convento dei Frati a vestire. Che sia benedetto tale giorno!

 

Nel luglio 1416 fu dichiarata guerra dai Perugini e Malatesta contro Braccio dei Fortebracci. Io fui mandato a ciò che fra di loro componessi buona tregua. Ma come giunsi alla torre di Brufa, fui preso prigione, e messomi un paio di ferri di 42 libre, mi chiusero in cima di essa Torre: e là era la mia stanza, avendo un po’ di pane ed acqua al dì. Trovandomi sì malamente ridotto, pensai di evadere nel miglior modo possibile. Visto quant’era alta quella Torre, presi la coperta che avevo per la notte e ne feci con i denti tante lenze, perché privo di coltello. Poi ebbi il mio cappuccio e lo giuntai ad esse lenze annodate: ma la corda improvvisata restava ancora alta dal suolo per quanto è alto il convento di san Cristoforo. Nonpertanto, legandola ad un merlo della Torre stessa, pensavo fuggire. Infatti cominciai a calare tenendomi per dette lenze; ma come fui al pizzo del cappuccio questo si sciolse ed io caddi in terra, facendo un gran rumore per i ferri che tenevo legati ai piedi; anzi essendomisi rotto il piede dritto, rimasi a terra senza che mi potessi più muovere. Così fui udito e ripreso e rinchiuso nel profondo di essa Torre allagandola fino a mezza gamba. E mi fu aggiunta una catena alla cinta per tenermi sempre in piedi stretto al muro, dandomisi ogni dì una lesca di pane ed un bicchiere d’acqua.

Così stando tre giorni la natura fu vinta dalla sofferenza e mi addormentai. E dormendo mi parve udire un grande rumore, per cui mi destai e vidi un raggio di sole il quale illuminava tutto l’interno della Torre. Alzando il capo per ringraziarne Iddio, scorsi un Frate coi piedi forati sopra di me il quale, levato che ebbi le braccia per prenderlo, sparì subito. Quando abbassai il capo io me lo trovai colla chierica dei Frati Minori. Conobbi allora che quel frate apparso era il nostro padre san Francesco; e conoscendo che era volontà di Dio ch’io abbandonassi il mondo e a lui servissi, subito domandai d’uscire fuori, indicando come avrei potuto riscattarmi. Infatti fui redento per ducati 400.

Tornando indi a casa in Capestrano, dove io avevo la donna sposata, le dissi in che modo io ero tutto disposto di lasciare il mondo e a Dio servire. Io intanto le rifeci la dote che mi aveva portata, e così pure a mia madre. Soddisfeci inoltre a tutto l’altro che dovevo e il resto fu dato per amor di Dio.

Tornato poi a Perugia mi posi in testa una mitra colla scritta dei peccati che avevo fatti, e così cavalcai per la città sopra un asino, standovi su alla ritrosa. Ciò facevo in disprezzo di questo misero mondo fallace, ma i ragazzi, credendo che io fossi pazzo davvero, mi buttavano addosso del fango e delle pietre. Così me ne andai al convento dei Frati a vestire. Che sia benedetto tale giorno! Credo che avessi 30 anni quando mi feci frate.

 

Responsorio                                                                              1 Cor 1, 23. 24. 25; Gc 4, 10

 

R/. Noi annunciamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. * Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

V/. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

R/. Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

 

 

Orazione

O Dio, che hai scelto san Giovanni da Capestrano per rincuorare il popolo cristiano nell’ora della prova, custodisci la tua Chiesa nella pace, e donale sempre il conforto della tua protezione. Per il nostro Signore.