23 aprile
BEATO EGIDIO
religioso
Memoria facoltativa
Dal Comune dei santi religiosi, con salmodia del giorno del salterio.
Ufficio delle letture
Seconda lettura
Da “I Detti” del beato Egidio d’Assisi
(N. Vian ed., Brescia, Morcelliana, 1933, pp. 23-24; 80-83)
Contemplare è sentire tanta dolcezza di Dio, da non aver membro che sappia o voglia fare altra cosa diversa da quella
Stando una volta il beato Egidio ad Agello, nel luogo dei frati, e rientrando all’ora consueta, ai vesperi, per prendere cibo, dopo la cena incominciò a parlare ai frati del luogo, con grande soavità e devozione, di cose spirituali. E si accese tanto, che il suo fuoco entrò nel cuore degli ascoltatori. Rimase poi in tacito raccoglimento e rapimento, alla presenza dei frati, quasi fino al cantare del gallo. Splendeva, nella notte, la luna, e mentre egli si incamminava verso la sua cella, all’improvviso brillò uno splendore così vivo, che la luce lunare fu vinta. Rimasero meravigliati i frati, ma il beato Egidio, che si era un poco allontanato, ritornò verso di essi e disse: “Che cosa avreste fatto, se più grandi cose aveste vedute?”. E aggiunse: “Chi non vede grandi cose, stima grandi le piccole”. E, dette queste parole, si incamminò verso la cella, nella quale amava nascondersi.
Un’altra volta frate Egidio domandò a un frate: “Cosa dicono codesti gran dottori che sia la contemplazione?”. Quegli disse: “Per parte mia non so”. Ed egli: “Vuoi che ti dica ciò che me ne pare?”. E il frate: “Dillo”. Parlò il beato frate Egidio: “Contemplazione ha sette gradi: fuoco, unzione, estasi, contemplazione, gusto, quiete, gloria.
Per fuoco intendo una sorta di luce, la quale appare prima a rischiarare l’anima. Succede l’unzione del profumo spirituale, dalla quale viene una specie di meraviglioso odore, ricordato nel Cantico: Dietro il profumo dei tuoi unguenti (Ct 1,3), con quel che segue. Poi l’estasi: l’anima, goduto il profumo, è rapita e tratta fuori dalla carne. Segue contemplazione, poiché l’anima, a questo modo, quasi disincarnata, contempla con mirabile chiarezza Iddio. Viene quindi il gusto, che è quella mirabile dolcezza provata dall’anima nella contemplazione. Di essa canta il salmo: Gustate e vedete (Sal 30,1), con ciò che segue. Sottentra quiete, quando l’anima, gustata quella dolcezza spirituale, in essa si distende. E alla fine appare nell’anima la gloria, poiché in tanta pace essa si veste di pompa e si colma di immensa allegrezza. Canta il salmo: Sarò sazio, quando si scoprirà la tua gloria (Sal 16, 15)”.
Diceva anche: “A contemplare la gloria della maestà divina nessuno può salire se non in ardore di spirito e con orazione incessante. L’uomo è veramente acceso di questo ardore spirituale e disposto a salire alla contemplazione, quando cuore e sensi sono con tanta interezza posseduti da tale impeto, che non possono sentire volontà o pensiero di altra cosa, se non di ciò che hanno e assaporano in quel punto”.
Vita contemplativa sta nella rinuncia a ogni cosa creata, per l’amore di Dio, nella ricerca delle sole cose dall’alto, nella fedeltà all’orazione, nella frequente lezione spirituale, nella lode incessante data a Dio con inni e cantici.
Contemplare è separazione da ogni cosa e congiungimento a Dio solo.
Diceva anche: “Buon contemplativo è chi, coi piedi e le mani tagliate, cavati gli occhi, troncati naso, orecchie e lingua, per la grandezza del dolcissimo, inenarrabile, inestimabile odore, gaudio, sapore, non avesse pensiero o desiderio delle sue membra né di altra cosa che la fantasia si possa figurare in questo mondo, fuori di quanto possiede e assapora in quel punto. Così Maria sedeva ai piedi del Signore (Lc 10, 39-42): sentiva tanta dolcezza della Parola di Dio da non aver membro che sapesse o volesse fare altra cosa di quella che faceva in quel punto. Lo mostra il fatto che alla sua sorella, la quale si doleva di non aver aiuto da lei, non diede risposta con alcuna parola o cenno; e allora Cristo prese le sue difese, rispondendo in luogo di Maria, che non poteva rispondere.
Responsorio Sal 83, 2. 3. 11
R/. Quanto sono amabili le tue dimore, Signore! * Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente (T. P. alleluia).
V/. Stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.
R/. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente (T. P. alleluia).
Orazione
O Dio, che ti sei degnato di innalzare il beato Egidio al vertice della più sublime contemplazione, concedi a noi, per sua intercessione, di orientare costantemente a te i nostri cuori, per vivere sempre nella tua vera pace. Per il nostro Signore.