20 maggio
SAN BERNARDINO DA SIENA
sacerdote
Memoria facoltativa
Perugia: Memoria obbligatoria
Nacque a Massa Marittima nel 1380 e fu presto orfano. Trasferitosi a Siena presso dei parenti, ebbe modo di frequentare in quella città gli studi umanistici e universitari, conseguendo la licenza in diritto canonico. Si dedicò all’assistenza ai bisognosi ed entrò a 22 anni tra i Frati Minori. La vita eremitica in piccoli conventi gli consentì lo studio accurato della Sacra Scrittura, della teologia, della vita mistica. Nel 1417 dette inizio alla sua prodigiosa attività di predicatore in ogni parte d’Italia, promovendo riforme statutarie e pacificazioni, aiutato in questa attività dal culto al santo nome di Gesù, trasformato anche in simbolo grafico ovunque diffuso. Operò per un rinnovamento della vita francescana sulle orme di altri riformatori, particolarmente di fra Paoluccio Trinci, che visse anche nel ritiro di Monteripido di Perugia. A Perugia fra Bernardino predicò più volte, a cominciare dal 1425, allorché propose “riformanze” allo statuto subito accolte dal Magistrato della città, e quel testo fu denominato in seguito “Statuti di San Bernardino”. Ne nacque una particolare affezione dei perugini per il frate senese, che venne a Perugia altre cinque volte, e per lui, che nel 1440 dette vita a Monteripido anche ad uno “studium” di teologia morale, fecero trovare sulla facciata della cattedrale il bellissimo pulpito rinascimentale, detto ancor oggi “pulpito di san Bernardino”. I suoi ascoltatori venivano anche da molto lontano e riempivano la piazza: i cronisti parlano di 30.000 persone! Piace ricordare un frammento conclusivo di predica tenuta da frate Bernardino a Perugia il 6 ottobre 1425, tradotta dal latino del cronista, dove il Santo terminò il suo dire col porre sulle labbra di san Francesco una lauda di Jacopone: “San Francesco se ne veniva [a Perugia] su di un asinello perché nel combattimento d’amore era stato ferito da cinque dolorose piaghe. Vedendolo così malmesso, i frati addolorati gli chiedevano: Ma cos’è questo? E Francesco: Sono stato colpito da una saetta d’amore! E poiché i fraticelli insistevano nel chiedere chi fosse stato, Francesco rispondeva: Non lo posso dire, se prima non mi corico su un letto di paglia, e lo dirò cantando. E stando sul giaciglio, prese a cantare: ‘In foco l’amor me mise, | in foco l’amor me mise…’ e disse l’intera laude jacoponica”. Quando morì a L’Aquila nel 1444 per essere canonizzato subito dopo, nel maggio 1450, da papa Niccolò V, i perugini, che chiamavano anche ufficialmente frate Bernardino “l’intercessore”, sentirono il bisogno di ricordarne il nome e le benemerenze con la costruzione d’una chiesa a lui dedicata, a fianco del grande complesso di San Francesco al Prato: e fu l’oratorio di San Bernardino, con la celeberrima facciata di Agostino di Duccio. Altra cappella fu a lui dedicata nella chiesa cattedrale. Ebbe da lui forte impulso quel vasto movimento riformatore che va sotto il nome di Osservanza, verso il quale orientò due giovani studenti di diritto presso l’università perugina: l’uno abruzzese, Giovanni da Capestrano, l’altro marchigiano, Giacomo della Marca o da Monteprandone. Tra i tre si strinse una profonda amicizia ed una grande solidarietà nello zelo per la fede e per la Chiesa. Non meraviglia, quindi, dati questi precedenti, la nascita proprio a Perugia nel 1462 del primo Monte di Pietà propriamente inteso (prestito su pegno), e – più tardi – di Monti frumentari a vantaggio dei contadini privi di granaglie da seminare, che valsero a risolvere, o almeno a mitigare, il doloroso problema del credito alla povera gente, senza dover ricorrere agli usurai.