20 giugno – Liturgia delle ore

20 giugno

 San Romualdo

abate

 

Memoria facoltativa

 Dal Comune dei santi religiosi, con salmodia del giorno del salterio.

 

Ufficio delle letture

 

Seconda lettura

Come nella Liturgia delle Ore secondo il Rito Romano, oppure:

Dalla “Vita del beato Romualdo, abate ed eremita” di san Pier Damiani

(37. 39. 40, in C. Falchini ed., Privilegio d’amore. Fonti camaldolesi. Testi normativi, testimonianze

 documentarie e letterarie, Magnano BI, Edizioni Qiqajon, 2007, pp. 120-124).

 Lo Spirito Santo abitava in lui

 

Romualdo, lasciati in Val di Castro alcuni dei suoi discepoli, si recò nella regione di Orvieto e, nel possedimento del conte Farolfo, con il sostegno di molte persone, ma soprattutto con le offerte dello stesso conte, costruì un monastero. E, infatti, un tale ardore di portare frutto bruciava nel petto del santo che, mai contento dei risultati, mentre faceva alcune cose si affrettava a farne subito altre, tanto che si pensava che egli volesse convertire tutto il mondo in un eremo e associare tutta la moltitudine del popolo all’ordine monastico. In quel luogo sottrasse al secolo molte persone, che poi divise in numerose sante case.

Nel suddetto monastero, egli ebbe a soffrire molti scandali e persecuzioni. Egli infatti voleva che l’abate, quale vero monaco, amasse l’austerità, che non trattasse le cose mondane mosso da desiderio, che non spendesse le sostanze del monastero per vanagloria e che provvedesse il necessario per i bisogni dei fratelli. E poiché quegli disprezzò tutto ciò con orecchio sordo, Romualdo, abbandonando insieme ai suoi discepoli quel luogo, si stabilì non lontano da Castel Preggio (l’odierna Preggio nel territorio di Perugia), nei possedimenti di Rainerio, che in seguito divenne marchese di Toscana.

Tale Rainerio aveva ripudiato, con pretesto di affinità di parentela, la sua sposa e si era unito in matrimonio con la moglie di un suo parente, che egli aveva ucciso contro la propria volontà mentre quegli lo stava assalendo. Perciò Romualdo, per non diventare partecipe di tale crimine, non volle rimanere gratis nel suo possedimento, ma pesò per lui una moneta d’oro per l’acqua e un’altra per la legna. Quegli assolutamente le rifiutò, preferendo dare ciò che gli apparteneva piuttosto che ricevere una qualsiasi cosa dal santo, ma infine, vinto, acconsentì, purché Romualdo non se ne andasse. Rainerio, infatti, diceva quando aveva già ottenuto il possesso della marca: “Neanche l’imperatore, né assolutamente alcuno dei mortali è capace di incutermi tanto timore quanto mi atterrisce il vedere Romualdo. Davanti al suo volto, infatti, non so cosa dire, né trovo più nessuna scusa per difendermi”. Il santo, infatti, in verità, aveva per dono divino questa grazia: che qualunque peccatore, e soprattutto i potenti del mondo, venisse in sua presenza, subito quelli, scossi nel profondo, provavano timore come davanti alla maestà di Dio. Era certamente lo Spirito Santo che inabitava nel suo petto a incutere, per azione divina, tale terrore negli iniqui.

 

Responsorio                                                                                              Cfr. Dt 2, 7; 2 Cor 1, 21-22

 R/. Dio ti ha benedetto in ogni lavoro delle tue mani, ti ha seguito nel tuo viaggio attraverso il grande deserto. * Il Signore tuo Dio è stato sempre con te.

V/. Ti ha conferito l’unzione, ti ha impresso il sigillo e ti ha dato la caparra dello Spirito Santo nel tuo cuore.

R/. Il Signore tuo Dio è stato sempre con te.

 

Orazione

 O Dio, che hai scelto san Romualdo per rinnovare nella tua Chiesa la vita eremitica, donaci la forza di rinnegare noi stessi per seguire Cristo sulla via della croce e salire con lui nella gloria del tuo regno. Per il nostro Signore.