Di nuovo a “Pranzo della Misericordia” dopo la pandemia. Un esempio concreto di testimonianza evangelica e di solidarietà umana per contribuire a costruire un mondo migliore

«Sentiamo nel cuore il bisogno e il desiderio di tornare alla normalità (dopo la pandemia, n.d.r.) senza dimenticare la difficile situazione delle popolazioni in guerra in tutto il mondo, in particolare in Ucraina. Abbiamo dato il benvenuto a famiglie profughe ucraine e pregato con loro affinché possa tornare la pace e si possa costruire un mondo dove regni la concordia e il reciproco rispetto. Questo si prefigge il “Pranzo della Misericordia”, nella consapevolezza di essere una goccia d’acqua in un oceano, ma gioiosi di esserci perché testimoni del Vangelo». È il commento di Graziella Tabarrini a nome del “Gruppo di preghiera ed opere della Divina Misericordia” costituito a Ponte Pattoli di Perugia, riconosciuto e benedetto dal cardinale Gualtiero Bassetti dieci anni fa, nel 2012, che, insieme alle volontarie della Caritas parrocchiale, dal 2014 organizza il “Pranzo della Misericordia”, quest’anno tenuto lo scorso 12 giugno nella frazione perugina.

È stata una giornata all’insegna della condivisione e della solidarietà con quanti vivono gravi situazioni di disagio e solitudine residenti nel territorio e con chi è fuggito da guerre, persecuzioni e povertà ed ha trovato dignitosa ospitalità nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve. Tra questi alcune famiglie ucraine con i loro bambini sorridenti, ma i volti tristi delle mamme ben trasmettono l’angoscia e la sofferenza che portano nel cuore da quasi quattro mesi.

Una iniziativa, quella del “Pranzo della Misericordia”, riconosciuta di rilevanza anche sociale dalle Istituzioni civili locali. A testimoniarlo è stata la presenza, tra gli oltre cento commensali, del sindaco di Perugia Andrea Romizi e degli assessori comunali Otello Numeri e Leonardo Varasano.

A condividere le finalità dell’iniziativa c’erano, tra gli ospiti, Rosalia Sabatini, moglie del venerabile Vittorio Trancanelli, il noto chirurgo perugino toccato dalla santità nella vita e in sala operatoria, che ha dato vita all’associazione “Alle Querce di Mamre”, oggi presieduta dal prof. Fausto Santeusanio, anch’egli al pranzo, e Anna Armentano, mamma di Sara Mariucci di Gubbio, la piccola “luce” di Maria a cui vengono attribuite guarigioni inspiegabili.

Significativa la presenza di un gruppo di giovani profughi del progetto diocesano per richiedenti protezione internazionale gestito dalla società cooperativa “Unitatis Redintegratio”. Tra questi la giornalista e poetessa afghana Shamim Frotan, a Perugia da otto mesi, vincitrice del “13° Concorso letterario Città di Grottammare”, una delle tante donne afghane a cui il ritorno dei talebani ha negato lavoro e studio, così da ridurle alla povertà intellettuale e materiale più assoluta.

«Il nostro auspicio – ha detto Graziella Tabarrini, nel dare ai commensali appuntamento al prossimo anno – è quello che dal “Pranzo della Misericordia” possa nascere un’associazione di volontariato di opere di bene per persone con gravi disagi sostenendole a domicilio. Per questo abbiamo ricevuto l’incoraggiamento del direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli e lo ringraziamo per il sostegno a questa iniziativa».