Perugia, Centro ecumenico “San Martino”: Riflessione sul significato ecumenico e interreligioso del digiuno. Annarita Caponera, presidente del Centro: «Pratica condivisa dalle confessioni cristiane e da tutte le grandi religioni», perché «richiamo alla sobrietà e veicolo di elevazione al trascendente»

I tradizionali “Incontri del lunedì” promossi dal Centro ecumenico “San Martino” di Perugia (con sede in via del Verzaro 23), in collaborazione con l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo, offrono alcuni appuntamenti di riflessione in questo periodo quaresimale sul significato ecumenico e interreligioso del digiuno; i primi due in calendario il 19 e il 26 febbraio (ore 18), altri nel mese di marzo. Due i temi che saranno trattati a febbraio: “Il digiuno gradito a Dio: il senso cristiano del digiuno” e “Il digiuno nella tradizione ortodossa”. Relatori la prof.ssa Annarita Caponera, presidente del “San Martino” e docente di ecumenismo e dialogo interreligioso all’Istituto Teologico di Assisi, e il reverendo Ionut Radu, parroco della Chiesa ortodossa romena di Perugia,

«La pratica del digiuno – evidenzia la prof.ssa Caponera – è uno strumento di autocontrollo, un precetto dottrinale, un metodo di ascesi, un richiamo alla sobrietà e un veicolo di elevazione al trascendente condiviso dalle confessioni cristiane e da tutte le grandi religioni».

«Il pensiero fondamentale che caratterizza i cristiani e i credenti delle altre religioni, in ordine al digiuno – spiega la presidente del “San Martino” –, è che “l’uomo non vive solo di pane”, ma c’è qualcuno o qualcosa che trascende il mondo materiale, in altre parole il digiuno aiuta a liberare la persona per amare Dio e il prossimo. Esso risponde al bisogno permanente del cristiano di conversione al regno di Dio, di richiesta di perdono per i peccati, di implorazione dell’aiuto divino, di rendimento di grazie e di lode al Padre. Per questo motivo il Centro ecumenico si soffermerà sulla visione cristiana del digiuno nel mese di febbraio, per poi passare nel mese di marzo alla visione delle grandi religioni in quanto anche da esse si può imparare qualcosa per aprire nel cuore del credente la strada a Dio».