Omelia – Villaggio Santa Caterina Solfagnano, 29 ottobre 2022

Nel Messaggio che accompagna la celebrazione della Giornata per la Vita di quest’anno c’è un passaggio significativo, che in un certo modo ci offre quasi la trave portante che sorregge questo nostro Villaggio: “La risposta che ogni vita fragile sollecita è quella della custodia. Quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza”.

“Custodire, accogliere, accompagnare, sostenere, incoraggiare”: sono verbi, che rimandano a uno stile preciso di vita.

A interpretarli e a realizzarli sono innanzitutto la Caritas e, quindi, la Fondazione Santa Caterina, anima di questa Casa d’accoglienza. Sono volontari e operatori con l’offerta che assicurano in termini di servizi di assistenza e prossimità, di accompagnamento nelle visite mediche come nelle diverse incombenze della vita quotidiana, nel disbrigo di pratiche burocratiche, di mediazione con i servizi sociali.

“Custodire, accogliere, accompagnare, sostenere, incoraggiare”: questi stessi verbi ritornano pensando all’impegno del Comune di Perugia, come pure alla presenza e alla collaborazione tra il mondo del Villaggio e quello della scuola, piuttosto che con quello dei giovani e dei loro campi di lavoro: un segno della fecondità dell’alleanza tra le generazioni.

“Custodire, accogliere, accompagnare, sostenere, incoraggiare”: questi stessi verbi fanno pensare al rapporto di mutuo aiuto fra di voi, persone qui ospitate: alla disponibilità con cui ciascuno contribuisce alla vita comunitaria, a quella condivisione che è fatta, soprattutto, dall’esserci, dall’intuire attese e necessità, dal rispondere con attenzione e premura.

Insieme tutte queste voci danno quella sicurezza e quella serenità che permettono di attraversare le difficoltà legate all’età o alla malattia, sentendo di non essere soli. L’attenzione e la custodia della vita fragile sono fra i criteri principali per giudicare l’umanità di una società: dove è viva questa attenzione per chi più fatica, si realizza un’uguaglianza reale, un benessere che, in forme diverse, arriva a tutti.

C’è, infine, un ultimo protagonista, che quanto a custodire, accogliere, accompagnare, sostenere e incoraggiare non è secondo a nessuno: è il Signore della vita, Colui sul quale poggiano i nostri passi e trovano calore i nostri cuori.

La nostra esistenza è affidata alla sua Provvidenza, che non viene mai meno. Il suo sguardo non smette di cercare e di incrociare il nostro; ed è uno sguardo che riaccende la vita, che dona speranza e fiducia. Come a Zaccheo, a ciascuno di noi il Signore dice: “Scendi in fretta, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. E dall’incontro con Lui sgorgano la gioia e la condivisione.

Auguro a ciascuno di sentire su di sé questo sguardo, che porta con sé la benevolenza, la bontà, la misericordia del Signore; e di questo sguardo, di questa benedizione e di questa pace vi auguro di essere l’uno per l’altro portatori.

 

 

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