Lettera settimanale di collegamento del cardinale Gualtiero Bassetti alla comunità diocesana. Martedì 24 marzo 2020

Ai sacerdoti diocesani, ai religiosi, ai consacrati, a tutti i fedeli di Cristo dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve

LA CROCE È VITA

Carissimi,

quest’anno per noi e per una moltitudine di nostri fratelli, penso soprattutto a coloro che sono stati colpiti dal coronavirus, la Via Crucis non è soltanto quella scritta sui libri di pietà, ma anche quella che tocca le loro persone, le loro famiglie e gran parte dell’umanità. Molti si stanno domandando con Giobbe: «C’è qualcuno che ascolta il mio (il nostro) grido?». Altri mi domandano: «Come il Signore può permettere tutto questo?». È comprensibile la domanda di Giobbe, perché tante volte anche noi vorremmo quasi chiedere conto a Dio delle sue azioni.

Quando infatti Dio compare nella vita del suo servo, non dà risposte dirette sul perché del dolore umano, ma gli pone altre domande… Solo alla fine Giobbe avrà il coraggio di rispondere: «Fino ad ora ti conoscevo per sentito dire, ora i miei occhi ti hanno visto…».

Oggi possiamo dirlo anche noi, da persone alle quali è stato annunciato il Vangelo. Soltanto in Gesù, volto umano della misericordia di Dio, c’è una risposta al mistero grande della sofferenza. Lui si fa totalmente solidale col dolore degli uomini, prende la loro carne e ne percorre tutta la Via Crucis fino ad accogliere su di sé tutti i drammi, le sofferenze, i pericoli dell’intera umanità, e così tutto viene illuminato di luce nuova: la luce della Risurrezione.

La sofferenza sperimentata da Gesù fino all’estremo limite non è certamente meno dura di quella di tanti suoi fratelli, oggi in un modo o in un altro crocifissi, flagellati nella loro carne, calpestati nella dignità e privati dei loro diritti.

Anche Gesù è giunto al culmine di un dramma umano: «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?». Nulla gli è stato risparmiato nella sua passione, tutto gli è stato tolto, dalla sua veste fino a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!».

«Padre, se è possibile allontana da me questo calice». Ma il calice della passione non fu allontanato. Nulla gli fu risparmiato di quanto possa chiamarsi miseria umana. Ma la sua lotta, la sua morte in croce, sono stati la nostra vittoria. Lui sconfitto e noi vittoriosi, sembra una contraddizione; ma ascoltate bene le parole di san Giovanni Crisostomo: «Le nostre spade non sono insanguinate, non siamo stati noi sull’agone, non abbiamo riportato ferite, la battaglia non l’abbiamo neppure vista, ed ecco che, proprio noi, otteniamo la vittoria. Sua è stata la lotta, nostra è la corona. E poiché siamo stati anche noi a vincere, imitiamo quello che fanno i soldati in questi casi, intoniamo inni di lode al Signore».

Fratelli, «in Gesù vita e morte si sono affrontate in un prodigioso duello: il Signore della vita era morto, ma ora, risorto, vive e regna».

La vita ha trionfato sulla morte. Fratelli, deponiamo le opere delle tenebre e rivestiamoci delle «armi» della luce.

Vi benedico di cuore; il Signore ci custodisca tutti.

 

Perugia, 23 marzo 2020

Gualtiero Card. Bassetti