Il cardinale Gualtiero Bassetti è ritornato a celebrare l’Eucaristia in cattedrale, con il popolo di Dio, nel Giorno del Natale del Signore, rivolgendo il suo pensiero a tutti i malati, alle persone sole, agli anziani, ai bambini e ai ragazzi

«Dopo due mesi di malattia oggi è una grazia di Dio poter rivedere i vostri volti e soprattutto poter celebrare con voi, con il mio popolo, con la mia gente, con le mie famiglie, il Santo Natale». Con queste parole il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha introdotto la solenne celebrazione eucaristica del Natale del Signore 2020, nella cattedrale di San Lorenzo, al tempo del Coronavirus. E’ stato un giorno molto particolare per l’intera comunità diocesana, segnato dal ritorno, dopo due mesi, del suo Pastore in mezzo al suo Gregge celebrando l’Eucaristia davanti al popolo di Dio. L’ultima volta che il cardinale Bassetti ha presieduto la celebrazione eucaristica in una chiesa di Perugia, prima di ammalarsi di Covid-19, è stata domenica 25 ottobre, in occasione della riapertura al culto della chiesa del Gesù di piazza Matteotti.

«Quale grande gioia è stata per me – ha commentato il cardinale prima dell’omelia – quando i medici mi hanno detto che potevo celebrare oggi, Giorno di Natale, la mia prima messa in mezzo al popolo; quale gioia rivedere il nostro sindaco, i sacerdoti della cattedrale, il coro e tutti voi che rappresentate questa Chiesa benedetta e da me tanto amata».

«Il mio pensiero, in questo giorno della venuta del Signore tra noi che ridà senso e speranza alla vita segnata da questa pandemia – ha evidenziato Bassetti a conclusione della celebrazione –, va a chi è solo, agli anziani e ai bambini. I bambini hanno sofferto tanto, perché hanno bisogno di stare insieme, hanno bisogno di comunicare, come anche i ragazzi, sperando che per loro la scuola, progressivamente, possa riprendere. Penso anche alle famiglie che hanno dei malati, e a tutti i malati in ospedale. Io, che in ospedale non ero mai stato prima se non per accertamenti di breve periodo, ho sperimentato cos’è una lunga degenza e sono particolarmente vicino a quanti si trovano oggi ricoverati per gravi malattie. Il vescovo esprime a tutti loro il suo affetto, la sua solidarietà, la sua vicinanza e non può non dire a tutti: coraggio, coraggio, attaccatevi alla mano di quel Bambino che è venuto a salvarci e ha preso su di sé le nostre fragilità. Il Natale è bello se noi ci fidiamo del Natale e fidarsi vuol dire affidarsi completamente a Colui che il Padre ci ha mandato. Soltanto questo Bambino, che è venuto a salvarci, è capace di farci gioire ancora. Questo è l’augurio che dal profondo del cuore io mi sento di esprimere a tutti voi, alla città di Perugia, alla nostra Diocesi e anche all’Italia e al mondo intero».