Svoltosi il “Pranzo della Misericordia” nella Parrocchia di Ponte Pattoli, esempio di Chiesa in uscita verso le periferie, verso chi vive situazioni di povertà, di solitudine e di emarginazione

«Il “Pranzo della Misericordia” ci fa toccare con mano la fraternità che c’è tra la nostra gente; un’iniziativa che testimonia, come ricorda spesso papa Francesco, quanto la nostra Chiesa deve essere in uscita, verso le periferie e noi siamo una periferia». A dirlo è mons. Gustavo Coletti, parroco emerito di Ponte Pattoli di Perugia, a margine del “Pranzo della Misericordia” tenutosi domenica 28 aprile, giorno in cui la Chiesa celebra la Divina Misericordia. Il “Salone Trevisani” dell’Oratorio parrocchiale “Don Bosco” era gremito di famiglie del luogo e di ragazzi e ragazze che hanno servito a tavola a duecento ospiti tra anziani, persone sole e in difficoltà. Promosso dal “Gruppo di preghiere e opere della Divina Misericordia” in collaborazione con la Caritas locale, questo pranzo è giunto alla quinta edizione e ogni anno vede la partecipazione di diversi rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose del capoluogo umbro.

Negli anni scorsi tra i commensali c’erano il primo cittadino di Perugia e il cardinale Gualtiero Bassetti, che anche quest’anno non ha fatto mancare la sua vicinanza spirituale a una iniziativa ritenuta dallo stesso presule «di alto valore pastorale e sociale nel far incontrare famiglie svantaggiate con quante possono dare a queste un aiuto concreto, oltre ad essere occasione di sostegno al processo di integrazione di persone di diversa nazionalità». La riflessione del cardinale sintetizza la finalità di questo pranzo, che ha anche l’obiettivo, lo ricorda mons. Coletti, «di tenere unita la nostra comunità con iniziative di condivisione e di generosità come questa, che raccolgono il plauso e l’incoraggiamento del nostro cardinale e delle Istituzioni della nostra città».

Per il giovane parroco di Ponte Pattoli don Giovanni Marconi, che a livello diocesano ricopre l’incarico di direttore dell’Ufficio missionario, «il “Pranzo della Misericordia” è per i nostri giovani anche un’occasione di “missione tra la gente” nell’avvicinarsi a quanti vivono situazioni di povertà, di solitudine e di emarginazione, comprendendo l’importanza del servizio come dono al prossimo».

Il donarsi per l’altro è stato al centro della riflessione-preghiera composta e letta all’inizio del pranzo da Graziella Tabarrini, animatrice-fondatrice del “Gruppo di preghiere e opere della Divina Misericordia” che da Ponte Pattoli è approdato a Summa Campania di Verona e attualmente conta ottanta aderenti. Diversi di loro si sono prodigati per l’organizzazione del pranzo coordinata dalla stessa signora Tabarrini insieme ad un’altra animatrice del gruppo, la signora Daniela Ciaccarini. «Ognuno di noi ha la propria storia personale e confrontandoci – scrive Graziella nella preghiera –, ci accorgiamo che le storie sono molte e diverse l’una dall’altra, ma le persone che si dovrebbero impegnare a vivere la comunione fraterna, sono poche. Bisogna tener presente che ogni fratello è prezioso, per realizzare l’opera che Dio ha pensato per questa giornata speciale di festa». Una giornata che è andata ben oltre l’agape fraterna, facendo conosce nuove persone disposte a vivere quella «comunione fraterna» auspicata nella preghiera per la Divina Misericordia.