Solennità di San Lorenzo, diacono e martire, titolare della cattedrale. Il cardinale Bassetti ha ordinato tre diaconi permanenti. Il presule nell’omelia: «Diaconi e credenti in Cristo, in questo tempo di povertà e miseria, fissate il vostro sguardo sul martire Lorenzo che arde di amore per gli altri»

Nella solennità di San Lorenzo, diacono e martire, titolare della cattedrale di Perugia, il 10 agosto pomeriggio, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha ordinato tre diaconi permanenti: Valerio Agostini, della parrocchia di Santa Petronilla, Fabio Costantini, della parrocchia della concattedrale dei Ss. Gervasio e Protasio di Città della Pieve, e Sergio Lucaroni, della parrocchia di Santa Petronilla. Ai tre ordinandi e ai diaconi presenti, il presule, nell’omelia (il testo integrale è di seguito riportato) ha rivolto parole di incoraggiamento: «col vostro carisma e l’esercizio del vostro ministero, aiutate la nostra Chiesa ad essere più famiglia, e lasciatemelo dire, più umana, possiate imitare l’ardore di carità, che il Diacono Lorenzo sicuramente attingeva dalla Santa Eucarestia». E nel rivolgersi a tutti i fedeli, il cardinale Bassetti ha detto: «Proprio in questo nostro tempo, in cui povertà e miseria di ogni tipo, stanno emergendo e venendo alla luce, voi Diaconi, e voi tutti credenti in Cristo, non potete non fissare lo sguardo su Lorenzo che arde di amore per gli altri. E particolarmente voi, carissimi ordinandi, seguite i suoi insegnamenti, imitatelo nell’ardore della sua carità e nell’amore ai poveri, ai piccoli, agli ultimi, a coloro che, come dice con una forte espressione il nostro Papa Francesco, sono considerati “scarti” da gran parte della nostra società. Imitando Lorenzo non sbaglierete mai strada, perché egli continuerà sempre ad indicarvi quelli che sono il vero tesoro della Chiesa. Non c’è dubbio che questo tempo di “pandemia” ci abbia aiutati a relativizzare tante cose, tanti pseudo valori su cui ci eravamo tranquillamente adagiati; l’esperienza vissuta, i sacrifici che abbiamo dovuto affrontare, siano per noi l’occasione di una maggiore attenzione al nostro prossimo e di una condivisione più generosa».