Perugia, Messa crisma: Il cardinale Gualtiero Bassetti: «Non possiamo chiuderci nelle chiese e nelle sacrestie». I giovani diano «impulso all’uscita missionaria della Chiesa»

«Un fiume di grazia, miei cari fratelli e sorelle, sgorga da questa celebrazione, attorno alla mensa della Parola e del Pane, attorno “all’olio di esultanza” siamo tutti raccolti: la Chiesa di Perugia-Città della Pieve è qui con noi, Gualtiero e Paolo, vescovi. Con i suoi presbiteri, i suoi diaconi, gli alunni del suo Seminario, i consacrati, i laici, le famiglie, questa bellissima schiera di adolescenti, che si preparano a ricevere la Cresima durate l’anno». Lo ha evidenziato il cardinale Gualtiero Bassetti nell’omelia della Messa crismale del Mercoledì Santo nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, dove si sono ritrovati centinaia di  fedeli provenienti da tutte le parrocchie dell’Archidiocesi, nel giorno, come l’ha definito lo stesso cardinale, «dies Natalis del nostro sacerdozio e per questo siamo qui raccolti a compiere il gesto, che segna la nostra identità e la nostra missione, che dà volto e strada al servizio della Chiesa, per la vita del mondo».

 

Prima di “fare i preti” ci è chiesto di “essere preti”… Se la consacrazione è la fonte, la missione è l’orizzonte.

Il presule, rivolgendosi ai sacerdoti, ha ricordato che «si è consacrati a Cristo e si è mandati alla gente. La nostra non è una funzione, ma una missione prima di “fare i preti” ci è chiesto di “essere preti”. La nostra identità sorge da una particolare chiamata e consacrazione a Cristo. Con l’ordine sacro Cristo ha toccato la profondità del nostro essere e ci ha resi sacramenti personali di sé. Se la consacrazione è la fonte, la missione è l’orizzonte e l’obiettivo. La missione ci stacca dagli ormeggi sicuri del culto per inviarci al mondo, nel mondo e per il mondo. Per questo non possiamo chiuderci nelle chiese e nelle sacrestie. Andiamo come poveri tra i poveri di Dio, recando nelle mani l’umana povertà della sua ricchezza: la Parola e i sacramenti. E’ proprio quell’annunciare il lieto messaggio ai poveri, quel fasciare i cuori spezzati di cui il testo di Isaia, prima, e poi la Parola di Gesù rendono vivo il nostro ministero. Verso i poveri, sulla strada della missione, non possiamo andare armati di noi, preoccupati delle nostre tranquillità e dei nostri calcoli. “Oggi, si è adempiuta questa scrittura, che voi avete udito coi vostri orecchi”. Quest’affermazione di adempimento, che conclude il parlare di Gesù, segue anche il cammino di consacrazione e di missione della nostra Chiesa, perché possiamo anche noi esprimere la nostra povera e luminosa lode a Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue».

 

La Chiesa e la società hanno bisogno dei giovani.

Il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione, si è rivolto ai numerosi giovani presenti, in particolare ai cresimandi: «Innanzitutto vi ringrazio e sono contento della vostra partecipazione. Con il sacramento della confermazione voi iniziate il cammino più importante della vostra vita. Noi Chiesa e generazione adulta ci impegniamo a camminare al vostro fianco. Vogliamo – come ha detto papa Francesco – che le vostre domande vengano prima delle nostre risposte. Vogliamo impegnarci a sottolineare più i vostri aspetti positivi che criticare le cose che in voi non vanno. Vogliamo impegnarci come Chiesa a guidarvi da vicino, perché farlo da lontano non ci consente di capire chi siete realmente e cosa portate in voi. La Chiesa ha fiducia in voi, perché c’è una sola vita da vivere e, a noi adulti, genitori, educatori, sacerdoti prima della nostra vita ci preme la vostra! In vista del Sinodo dei Giovani, vi dico con papa Francesco: prendete in mano la vita con decisione ed energia, non consegnatela a nessuno, per essere protagonisti attivi della costruzione di una società più giusta e fraterna. La politica, le istituzioni vanno bene ma la Chiesa e la società hanno bisogno di voi. Date impulso all’uscita missionaria della Chiesa. Il Papa vuole le vostre mani, il vostro cuore per continuare a costruire il mondo di oggi; non lo vuole costruire da solo, vuole costruirlo con voi».