Perugia: L’arcivescovo mons. Ivan Maffeis nomina don Simone Sorbaioli vicario generale, don Simone Pascarosa, vicario per la pastorale, don Giuseppe Piccioni, vicario per il clero, e don Alessio Fifi e don Marco Pezzanera consultori. L’annuncio nella lettera ai presbiteri diocesani inviata nella serata della vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione

«Tanto la relazione tra noi quanto la vita della nostra Chiesa saranno facilitate da alcuni collaboratori: don Simone Sorbaioli, in qualità di Vicario generale; don Simone Pascarosa come Vicario per la pastorale, don Giuseppe Piccioni quale Vicario per il clero – con particolare attenzione per anziani e ammalati – e don Alessio Fifi e don Marco Pezzanera come Consultori. A nome di tutti li ringrazio per la disponibilità, che diventerà effettiva dal prossimo 6 gennaio». Ad annunciarlo è l’arcivescovo Ivan Maffeis nella lettera che ha rivolto ai presbiteri della Chiesa che è in Perugia-Città della Pieve, nella serata della vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione, il 7 dicembre, il cui testo è consultabile nel sito: www.diocesi.perugia.it (sessione “arcivescovo-lettere”).

Sono le prime nomine che compie l’arcivescovo dalla sua ordinazione episcopale e presa di possesso dell’Archidiocesi, avvenute lo scorso 11 settembre. Incarichi che denotano lo spirito di collegialità e di lavoro di squadra che il presule vuole imprimere alla Chiesa diocesana in continuità pastorale con i suoi predecessori.

La designazione del nuovo vicario generale avviane a seguito della nomina del vescovo ausiliare e vicario generale mons. Marco Salvi a vescovo di Civita Castellana, Diocesi dove farà ingresso il prossimo 8 gennaio. Successore di mons. Salvi è don Simone Sorbaioli, attuale parroco e arciprete della concattedrale di Città della Pieve, nato ad Assisi il 5 novembre 1978 e ordinato presbitero il 29 giugno 2003. Gli altri sacerdoti di cui mons. Maffeis si avvarrà della collaborazione sono i menzionati don Simone Pascarosa, nato a Perugia il 24 novembre 1984 e ordinato presbitero il 25 giugno 2016, parroco a Bagnaia e Pilonico Materno, don Giuseppe Piccioni, nato a Deruta il 23 giugno 1943 e ordinato presbitero il 13 settembre 1969, parroco di Torgiano e vicario episcopale della III Zona pastorale, don Alessio Fifi, nato a Perugia il 17 gennaio 1972 e ordinato presbitero il 5 maggio 2007, parroco di Madonna Alta in Perugia, e don Marco Pezzanera, nato a Marsciano il 5 settembre 1978 e ordinato presbitero il 29 giugno 2012, parroco di Marsciano e cancelliere arcivescovile.

La lettera: «Sono contento di pensarti partecipe del presbiterio diocesano».

Mons. Maffeis, con la sua lettera al Presbiterio, avvia un “dialogo confidenziale” con il sacerdote dopo aver conosciuto uno per uno la quasi totalità dei circa 120 sacerdoti diocesani. Racconta a ciascuno di loro, all’inizio della lettera, «questa sera, nel rivedere la trama della giornata, mi ritorna quanto mi hai raccontato del tuo vivere quotidiano e della tua vocazione. Mi hai parlato con la schiettezza di chi sa riconoscere le proprie fatiche e, soprattutto, con una passione non sopita per la scelta che ha marcato a fuoco la nostra esistenza. La confidenza di cui mi hai fatto dono riposa nella riservatezza del cuore, ma vorrei restituirtela almeno con un pensiero di gratitudine. Nel setaccio delle tue parole si scorge la traccia di una ricchezza che porta lontano. Vi ho riconosciuto la frequentazione della Parola, la dedizione con cui accompagni il popolo di Dio, il tuo costruire comunità con l’annuncio del Vangelo e la celebrazione dei Sacramenti».

«Mi ha incoraggiato la tua disponibilità ad andare incontro, ascoltare, comprendere e sostenere; il tuo stile evangelizzatore, che ti porta a bussare alla vita delle persone, a intercettarne i bisogni profondi e le domande inespresse; il tuo lasciarti coinvolgere nelle loro situazioni, fino a condividere il peso di tante sofferenze. È consolante sapere che, nel tuo spenderti con generosità quotidiana, fai l’esperienza di sentirti accolto e sostenuto dalla tua stessa comunità».

«Ho apprezzato il tuo distacco dal denaro e quella libertà interiore che è tipica di chi non persegue il proprio interesse, ma è pronto a farsi tutto a tutti. Così, mi hanno colpito la tenerezza e la carità con cui ti fai prossimo ai più deboli, agli afflitti e ai poveri. Ascoltandoti ho respirato il desiderio di una fraternità sempre maggiore con gli altri presbiteri. Per essere approfondita e vissuta, richiede fedeltà a tempi e luoghi; ci permetterà di non farci assorbire dalle responsabilità al punto da rimanere prigionieri di una stanchezza in cui si affievolisce la gioia e la tensione missionaria; ci aiuterà a far memoria del dono ricevuto, evitando che l’avvicendarsi delle stagioni renda il nostro ministero alla stregua di un mestiere, assunto con la logica del minimo sforzo».

«Sono contento di pensarti partecipe del presbiterio diocesano. Conto che mi saprai cercare senza filtri né indugi; a mia volta, so di potermi rivolgere con fiducia alla tua porta… Ti abbraccio, affidandoti insieme alla tua comunità all’intercessione dell’Immacolata».