Perugia: “Giovani e il lavoro che (non) c’è”, il convegno del “Progetto Policoro” diocesano promosso in collaborazione con la Pastorale giovanile e Confcooperative

La Chiesa diocesana di Perugia-Città della Pieve, da sempre attenta e sensibile al mondo giovanile alle prese con non facili problemi come quello occupazionale, attraverso i suoi ambiti pastorali di riferimento, si occupa spesso dell’importante rapporto “giovani e lavoro” promuovendo eventi di conoscenza, riflessione e dibattito per contribuire a tenere viva l’attenzione su questo delicato problema e offrire opportunità risolutive, coinvolgendo istituzioni civili e realtà socio-culturali e produttive.

Ultimo evento è il convegno dal titolo: “Giovani e il lavoro che (non) c’è”, in programma a Perugia venerdì 20 ottobre (ore 9-13), presso la “Sala dei Notari” del Palazzo comunale dei Priori, promosso dal “Progetto Policoro” diocesano in collaborazione con la Pastorale giovanile e Confcooperative Umbria e con il patrocinio della Regione Umbria e del Comune di Perugia.

Diversi e qualificati saranno i relatori del convegno, che affronteranno interessanti argomenti incentrati sul rapporto “giovani e lavoro”, prendendo come spunti concreti le realtà occupazionali avviate su input del “Progetto Policoro” e dal vasto mondo di Confcooperative.

Porteranno il loro saluto il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti e il prof. Antonio Barberini, assessore regionale alle riforme, istruzione e diritto allo studio. I lavori, caratterizzati da due “best practice” (Il Mulino di Gragnano, gesto concreto del Progetto Policoro e Tutored, Startup Luiss Enlabs), saranno aperti da Elisa Calzuola e Timoteo Carpita, coordinatori Giovani imprenditori di Confcooperative Umbria, moderati da Massimiliano Marianelli, coordinatore regionale del “Progetto Policoro” Umbria e delegato per la didattica dell’Università degli Studi di Perugia, e conclusi da Luigi Bobba, sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro. Sono stati invitati a relazionare i docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia e di Milano Dario Eugenio Nicolini, sociologo, che parlerà del “Lavoro come dono di sé”, e Mauro Magatti, economista, che parlerà di “Giovani e lavoro: la sfida del futuro”, il presidente di Confcooperative Umbria Andrea Fora, il fondatore di “Startup Super School” Andrea Giarrizzo, vincitore del premio “Italia giovane”, e Vincenzo De Bernardo, direttore di Federsolidarietà e responsabile del Servizio civile Confcooperative, che parlerà dei “Giovani verso l’occupazione: impatto del Servizio civile nella cooperazione”.

I “protagonisti” partecipanti al convegno saranno oltre 250 alunni delle classi terze, quarte e quinte di alcune Scuole superiori di Perugia e di Città di Castello, tutti i giovani che hanno già aperto cooperative e quanti sono interessati a farlo, legati a Confcooperative Umbria e al “Progetto Policoro”, e i giovani di “Officine Fratti”.

«Questo “Progetto” – spiega Francesca Ragnacci, referente diocesana del “Policoro” – è un’iniziativa della Cei avviata nel 1995 e prende il nome della cittadina lucana dove mosse i suoi primi passi grazie alla sinergia tra gli Uffici nazionali Cei per i Problemi sociali e i lavoro e di Pastorale giovanile e la Caritas italiana. Il “Progetto Policoro” si prefigge l’obiettivo di arrivare ai giovani parlando di lavoro attraverso il Vangelo: promuovere la centralità della persona umana, il bene comune, la sussidiarietà, la cooperazione e la solidarietà. Sono principi che verranno ribaditi nel nostro convegno, che punta a infondere nei giovani la speranza della possibilità di un lavoro eticamente valido».

«Il “Progetto Policoro” non dà lavoro – precisa Francesca Ragnacci –, favorisce la creazione di realtà con sbocchi occupazionali come le cooperative. Nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve il “Policoro” ha favorito la nascita di due realtà cooperative dando opportunità di lavoro a una ventina di persone, tra cui alcuni soggetti svantaggiati».