Perugia: Il cardinale Gualtiero Bassetti ha incontrato una rappresentanza di religiosi e religiose per la XXII Giornata mondiale della vita consacrata. Il presule: «ogni vocazione è diversa dall’altra, perché la vocazione è ciò che di più di personale esista». Affrontati «temi concreti, pratici e cruciali» come le scuole paritarie gestite da istituti religiosi

«Nell’esprimere la mia gioia e la mia gratitudine al Signore nel ritrovarci insieme, voi che rappresentate la vita consacrata nella nostra comunità diocesana, vado subito a quello che mi colpisce di più come quando incontro i sacerdoti: la vocazione, la chiamata». Con queste parole il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha dato il benvenuto, nella sala San Francesco dell’Arcivescovado di Perugia, nel pomeriggio del 5 febbraio, a quaranta religiosi e religiose in rappresentanza di 350 membri (250 le religiose e 100 i religiosi) di cinquanta congregazioni, istituti ed ordini presenti nell’Archidiocesi perugino-pievese, in occasione dell’annuale Giornata mondiale della vita consacrata. «La nostra è la chiamata ad essere per il Signore – ha proseguito il porporato – e poi a vivere in maniera diretta, intensa la realtà della Chiesa, che è il corpo mistico di Cristo, e servire tutta l’umanità, perché, come dice la Lumen Gentium, il fine della Chiesa è la salvezza, la comunione e l’unità di tutto il genere umano».

La Giornata della vita consacrata è stata istituita ventidue anni fa da san Giovanni Paolo II ed è promossa in Italia dall’Usmi (Unione superiori maggiori d’Italia) e dal Cism (Conferenza italiana superiori maggiori) per dare corpo e visibilità alla vita consacrata. Dopo la presentazione delle realtà locali Usmi, da parte di suor Leontina Di Maio della congregazione di Gesù Redentore, e Cism, da parte dell’abate benedettino emerito dom Giustino Farnedi, e l’introduzione spirituale di suor Daniela Tripodi delle Figlie di San Paolo, l’incontro con il cardinale, come lo stesso presule ha evidenziato nel suo intervento, è stato su «temi concreti, pratici e cruciali» che investono diversi istituti religiosi. In primis quello di fare più comunione tra loro per proseguire in sinergia l’opera di servizio alla Chiesa, alla comunità dei credenti e alla società civile (non pochi istituti religiosi sono impegnati nella gestione di scuole e di strutture socio-assistenziali e sanitarie) a prescindere dalla loro costante diminuzione sul territorio dovuta alla crisi delle vocazioni. Queste, le ha definite il cardinale, «sono il miracolo più grande che ci sia: Dio che si china sulle sue creature, piccoline come siamo noi, e le chiama. Ogni vocazione, particolarmente quelle al sacerdozio, alla vita consacrata e alla vita missionaria della Chiesa, quelle che chiamiamo di speciale consacrazione, è diversa dall’altra, perché la vocazione è ciò che di più di personale esista, come ogni persona è unica ed irripetibile».

Il cardinale Bassetti, nel cogliere l’esortazione di papa Francesco in occasione della XXII Giornata mondiale, ha auspicato una maggiore collaborazione tra l’Usmi e il Cism e con la stessa Cei, «perché sono organismi che vanno avanti su binari molto distinti», ha detto il presule invitando i confratelli vescovi ad una «maggiore attenzione alla vita religiosa» e le comunità religiose a «recepire maggiormente le direttive dei pastori». Occorre più collaborazione, ha evidenziato il presidente della Cei, anche nell’«affrontare problematiche di scottante attualità come quelle delle scuole paritarie gestite da istituti religiosi. Nel 2017 sono state chiuse oltre 300 di queste scuole per carenza di fondi e di personale». Attualmente, ha ricordato il cardinale, «in Italia ci sono 12.652 scuole cattoliche con quasi 900mila alunni. Sono scuole paritarie, non private, aperte a tutti dove spesso vengono accolti ragazzi con gravi disagi, ma anche di altre religioni purché condividano il nostro metodo educativo che si basa sulla vita buona del Vangelo. Queste scuole sono una risorsa per la Chiesa e per la società nell’offrire una formazione integrale sia dal punto di vista umano che dal punto di vista cristiano».