Perugia: Ai microfoni di Umbria Radio (“Gocce di Carità”) mons. Fabio Quaresima, vicario episcopale della II Zona Pastorale dell’Archidiocesi, lancia il suo appello a non far venire mai meno la speranza soprattutto nei giovani in cerca di lavoro

La Comunità interparrocchiale di Olmo-Chiugiana-Fontana dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, con la nuova chiesa aperta al culto nel 2009 intitolata a Santa Maria della Speranza, conta quasi 10mila abitanti in cui territorio abbraccia due comuni (Perugia e Corciano), con una storia industriale molto significativa. Erano presenti fin dalla seconda metà del secolo scorso grandi e note industrie come Ellesse, Saffa, Officine Piccini, Igi-Primigi…, alcune oggi dismesse.

«Nonostante la crisi, la generosità della gente, in particolare di quanti collaborano con la Caritas interparrocchiale, ha permesso un grande gesto di generosità, ovvero l’accoglienza di una famiglia in grave difficoltà in una casa di proprietà delle nostre parrocchie». A raccontarlo è il parroco mons. Fabio Quaresima, vicario episcopale della II Zona pastorale dell’Archidiocesi, impegnato anche nel sociale e punto di riferimento non solo spirituale di diverse generazioni di perugini, corcianesi e famiglie provenienti da fuori. L’intervista a mons. Quaresima, raccolta per Umbria Radio dalla giornalista Mariangela Musolino, caratterizzerà le puntate della trasmissione “Gocce di Carità” in onda nella settimana che precede il Natale, dal 18 al 22 dicembre (ore 8 e ore 20); la “striscia news” che quotidianamente racconta opere e realtà ecclesiali socio-caritative presenti in Umbria, con un’attenzione particolare alle realtà imprenditoriali che creano occupazione, “luoghi di speranza” per tanti giovani desiderosi di costruirsi un futuro.

«Sono rimasto colpito quando papa Francesco ha chiesto a ogni parrocchia di accogliere una famiglia in difficoltà – racconta don Fabio –. Pur potendo affittare questa casetta, poiché davvero graziosa, abbiamo atteso per poterla impegnare secondo il suggerimento del Papa. Ed è arrivata l’occasione quando la Caritas diocesana cercava alloggio per una famiglia di cinque persone, con tre bimbi di cui uno bisognoso di particolari cure e la mamma incinta del quarto figlio. La signora stava per partorire la creatura che è poi nata in questa casetta: un lieto evento che ci dà molta gioia. Ora con la nostra Caritas cerchiamo di sopperire alle necessità della famiglia e di aiutare il padre a trovare un lavoro».

Su questo territorio ha lasciato il segno l’Opera Pia “Don Dario Pasquini”, dedicata alla formazione dei fanciulli e dei giovani; questi ultimi sostenuti anche nell’avvio al lavoro. Un’opera che prosegue grazie all’associazione di fedeli “San Pio da Pietrelcina”, attraverso la realizzazione di “borse lavoro” per neo diplomati presso l’Istituto professionale di Stato con sede a Olmo, che effettuano stage formativi presso aziende del territorio. Attualmente sono sei gli stagisti e dei quattordici che li hanno preceduti, tra il 2014 e il 2016, nove hanno trovato lavoro nelle stesse aziende dove avevano svolto lo stage.

Circa la situazione delle tante persone che bussano alla porta di questa comunità interparrocchiale, mons. Quaresima ripercorre la storia dei centri abitati che la compongono, narrando anche un ricordo personale di suo padre, dipendente della fabbrica di fiammiferi Saffa: «Era un uomo geloso del “suo” macchinario che confezionava i fiammiferi e con quanto amore e dedizione diceva che lui aveva fatto solo quattro giorni di assenza in trenta anni di lavoro! Quello che manca oggi è la dedizione al lavoro!»

«Quando è venuta la crisi, con le fabbriche che si sono progressivamente svuotate – ricorda il parroco –, la gente si è spostata sul terziario e gli operai specializzati si sono dispersi. Questo ha comportato un esodo nel rapporto tra le persone, che prima erano unite dal lavoro e poi si sono disperse anche come comunità. Ecco la necessità di aver edificato in questo territorio di periferia una chiesa che unisce i centri abitati di Olmo, Fontana e Chiugiana (che include Ellera Umbra con la sua area industriale, n.d.r.), perché c’è bisogno di un punto di incontro, di un campanile unico. Questa chiesa unica è ora il punto di riferimento per la vita di comunità e per la Caritas, per riunire la vita del paese».