Perugia, 12-13 novembre, festa di sant’Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, patrono della città e dell’Università degli Studi. Il rettore don Francesco Benussi: «Oggi il messaggio e la testimonianza di santità di Ercolano sono più che mai molto attuali»

Sabato 12 e domenica 13 novembre la Chiesa di Perugia celebra uno dei suoi santi patroni, Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, martirizzato per mano dei goti di Totila nel 547 (quest’anno ricorre il 1475° anniversario). Le celebrazioni si terranno nella chiesa dedicata al santo patrono, scrigno prezioso d’arte e cultura a forma ottagonale, risalente al secolo XIV.

Programma. «Il dies natalis di sant’Ercolano, ovvero il giorno del martirio del vescovo e patrono della Città e dell’Università degli Studi, è il 7 novembre – ricorda don Francesco Benussi, rettore della chiesa intitolata al patrono –, che viene tradizionalmente festeggiato il fine settimana successivo. Le celebrazioni inizieranno sabato 12, alle ore 11, con la s. messa presieduta da mons. Marco Salvi, vescovo ausiliare, per proseguire nel pomeriggio, alle ore 18, con il concerto dell’Ensemble vocale femminile “Nota So” diretta dal maestro Marta Alunni Pini. Domenica 13, alle ore 10,30, l’arcivescovo mons. Ivan Maffeis presiederà la celebrazione eucaristica, animata da “I Madrigalisti di Perugia”, alla presenza delle autorità civili ed accademiche e dei rappresentanti del Sodalizio di San Martino, benemerita istituzione laica di carità proprietaria della chiesa di sant’Ercolano.

Messaggio attuale. «La celebrazione della ricorrenza del martirio di Ercolano – sottolinea il rettore don Benussi – assume particolare significato nell’attuale contesto storico, in cui lo spettro della guerra è tornato in Europa. Egli non fuggì di fronte al pericolo, ma anzi, si fece carico della sua comunità, subendo dopo la presa della città il martirio per scuoiamento e decapitazione. Oggi il suo messaggio e la sua testimonianza di santità sono più che mai molto attuali».

Baluardo della città. «Ricordato con il titolo di defensor civitatis – spiega don Benussi –, un titolo dei vescovi occidentali che collaboravano attivamente con la società civile assumendo anche ruoli da magistrati civili, a tutela del popolo, Ercolano si pose come baluardo a difesa della sua città, ascoltando la chiamata di Dio e la voce dei perugini che chiedevano – e ancora oggi chiedono – attraverso lui, di essere protetti e difesi».

Contro ogni violenza. «Ancora oggi sono molti i motivi per cui ricordare e impetrare la sua intercessione – evidenzia il rettore della chiesa di Sant’Ercolano –: lo spettro della violenza, infatti, sia tra nazioni, sia nelle relazioni interpersonali o familiari è sempre di fronte ai nostri occhi. Non a caso, infatti, nella chiesa a lui dedicata è collocato anche un sacrario militare, ovvero un monumento che perpetra nei secoli il ricordo dei caduti, ricorda il dramma insensato della guerra ed eleva una preghiera per coloro la cui vita fu associata al bene della Patria».