L’omelia del cardinale Gualtiero Bassetti alla celebrazione eucaristica della presentazione del restauro delle facciate del complesso monumentale di San Lorenzo. «La cattedrale è un segno di unità per tutti i cittadini… È il regalo più bello al nuovo arcivescovo, offrendogli questa cattedrale che è tornata ancora di più a risplendere»

«Carissimi amici, non trovo un titolo più bello e significativo, come quello di “amico”, per salutarvi tutti con profondo rispetto per i ruoli e le responsabilità che avete nella guida della nostra città e della nostra regione, perché Gesù, nell’Ultima Cena, i suoi li ha chiamati “amici”». Così ha esordito l’arcivescovo emerito il cardinale Gualtiero Bassetti nell’omelia della celebrazione eucaristica di ringraziamento per la conclusione e presentazione del restauro delle facciate del complesso monumentale della cattedrale di San Lorenzo, il pomeriggio del 17 giugno, rivolgendosi ai rappresentanti delle istituzioni civili e del mondo accademico, culturale e imprenditoriale del capoluogo umbro.

«Ci ritroviamo in questa insigne cattedrale per ringraziare il Signore della sua misericordia e per averci concesso, come abbiamo proclamato nelle letture liturgiche di oggi, di restaurare la sua casa, la chiesa madre dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, che è stata la mia sede vescovile negli ultimi tredici anni di episcopato. Abbiamo iniziato questi lavori l’anno scorso, nel mese di luglio, e oggi li concludiamo. Grazie a questo intervento, compiuto in tempi molto rapidi, grazie ai benefattori e alle preghiere e alla partecipazione di tanti, il sacro tempio è tornato a risplendere in tutta la sua bellezza. Non solo le mura della cattedrale sono state rinnovate, bensì l’intero complesso della cosiddetta “Isola di San Lorenzo”, con le canoniche, e i poderosi archi di Maestà delle Volte.  Ringrazio tutti coloro che hanno dedicato i loro sforzi a questo impegnativo lavoro».

Il cardinale, nel commentare la Parola di Dio, ha detto: «Abbiamo ascoltato poc’anzi la storia di un antico sommo sacerdote del popolo ebraico: Simone, figlio di Onia, che dopo il ritorno dalla schiavitù babilonese cercò in ogni modo di riparare il Tempio semidistrutto e di abbellirlo. Egli, dice il cronista, fortificò anche la città perché il popolo non subisse danno, e la dotò di profonde cisterne d’acqua… Il Tempio di Gerusalemme, la dimora dell’Onnipotente è il centro e il cuore pulsante della vita religiosa e sociale del popolo di Israele. Così anche le chiese cristiane, dalle grandi cattedrali alle piccole parrocchiali, sono state nei secoli luoghi di vita religiosa e di aggregazione sociale e di carità».

Soffermandosi sulla vita della comunità ecclesiale, Bassetti ha evidenziato che «un ruolo tutto speciale riveste la chiesa cattedrale. L’edificio di pietre deve servire a tutti noi, perché è proprio nel tempio materiale che, ascoltando la parola di Dio e celebrando la sacra liturgia, noi diventiamo un solo corpo, un unico tempio di Dio. Questa cattedrale da secoli esprime il mistero della Chiesa, come comunità del popolo di Dio e, insieme, il mistero dell’uomo, come tempio vivo in cui abita il Dio vivente. Mediante la cattedrale e nella cattedrale si manifesta la “comunione” di tutta la Chiesa particolare. La cattedrale, legata alla persona del vescovo, è “madre” di tutte le chiese della diocesi; richiama la presenza del vescovo, il quale “regge la chiesa particolare a lui affidata, come vicario e legato di Cristo».

Il cardinale, con voce commossa, ha aggiunto: «Questo luogo rimarrà sempre caro alla mia memoria, al mio cuore. In questo luogo è posta la cattedra dalla quale ho guidato questa chiesa perusino-pievese per quasi tredici anni. Ora, sciolto dal vincolo di governo per raggiunti limiti di età, sono con voi in attesa che il Santo Padre nomini il nuovo arcivescovo. Vi invito perciò alla preghiera perché il Signore mandi un pastore secondo il suo cuore. Questa chiesa, restaurata e splendente, sarà ad accoglierlo, carica della sua bellezza e della sua storia, grazie anche ai restauri compiuti in questo ultimo anno. È il regalo più bello che voi fate al nuovo arcivescovo, offrendogli questa cattedrale che è tornata ancora di più a risplendere».

«Mi conforta il fatto che a giovarsi di questi grandi lavori non sarà soltanto la comunità cristiana, ma tutta la realtà cittadina, che potrà individuare in questo insigne monumento i segni fondamentali della sua storia e delle sue tradizioni e della sua unità, perché la cattedrale è un segno di unità per tutti i cittadini. È su questa comunità grande, che va al di là del mondo cattolico, sulla sua fervida storia e soprattutto sul suo futuro, che si soffermerà per sempre, finché avrò vita, il mio pensiero benedicente e orante».