La prima messa in cattedrale a “porte aperte” celebrata dal cardinale Gualtiero Bassetti nel giorno dei cento anni della nascita di san Giovanni Paolo II. Le “Indicazioni di Curia” da parte del vescovo ausiliare mons. Marco Salvi alle parrocchie per le messe ed altri sacramenti con concorso di popolo dal prossimo 18 maggio

Il primo giorno delle messe a “porte aperte” nella “fase 2” dell’emergenza sanitaria Covid-19, lunedì 18 maggio, coincide con il centenario della nascita di san Giovanni Paolo II (18 maggio 1920 – 18 maggio 2020).

Per questa significativa ricorrenza il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti presiederà la celebrazione eucaristica delle ore 18, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia. Questo grande Santo e Papa del nostro tempo, particolarmente vicino ai giovani nel promuovere le Giornate mondiali della Gioventù, è molto venerato anche nel capoluogo umbro. Tant’e vero che a Giovanni Paolo II è intitolato il complesso interparrocchiale dell’Unità pastorale Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino in fase conclusiva di edificazione. La sera del 18 maggio (ore 21) i parrocchiani dalle proprie casa potranno seguire in diretta (Youtube: yougp2; facebook: https://www.facebook.com/groups/172618432939353/) la video intervista-testimonianza dell’arcivescovo e presidente della Ceu Renato Boccardo, già collaboratore di papa Giovanni Paolo II.

 

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Le “Indicazioni di Curia”. «Siamo da alcuni giorni al lavoro insieme alla Commissione liturgica per permettere ai fedeli delle oltre 140 parrocchie della nostra comunità diocesana, seppur in numero limitato, di partecipare alle celebrazioni eucaristiche, a partire dal prossimo 18 maggio. Anche la nostra Curia ha fatto proprio il recente protocollo siglato tra il Ministero dell’Interno e la Cei, oltre a indicare ai parroci un cronoprogramma di adempimenti per le riaperture». A sottolinearlo è il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi nell’annunciare le “Indicazioni di Curia” pratiche affinché le messe a “porte aperte” possano svolgersi nel pieno rispetto delle norme vigenti in materia di sicurezza sanitaria della “fase 2”.

Capienze e norme da rispettare. Le moderne chiese parrocchiali del capoluogo umbro con ampie aule liturgiche, come quelle della frazione di Castel del Piano e del quartiere di Santa Lucia, potranno ospitare dai 270 ai 320 fedeli, inclusi i celebranti e i volontari addetti all’accoglienza, indossando mascherine e igienizzando le mani all’ingresso. Mentre le antiche chiese come la cattedrale di San Lorenzo e la basilica di San Domenico ospiteranno, rispettivamente, massimo 550 e 700 fedeli. «Nel calcolo del numero – spiega mons. Salvi – il parroco dovrà avere cura di mantenere una distanza di almeno un metro laterale e frontale per ogni fedele. Inoltre dovrà fare rispettare un metro e mezzo di distanza tra un fedele e l’altro al momento della comunione che sarà distribuita con guanti monouso senza venire a contatto con le mani dei fedeli ed indossando la mascherina che copra naso e bocca. Durante le messe non si terrà lo scambio della pace. La confessione sarà amministrata in luoghi ampi e areati e le acquasantiere resteranno vuote. Non è opportuna la presenza sia del coro che di sussidi cartacei per i canti e di altro tipo».

Istruzioni per i volontari. Per i volontari, giovedì sera 14 maggio, si terrà una video conferenza, coordinata dallo stesso vescovo ausiliare, per istruirli nei compiti di igienizzazione degli ambienti e degli oggetti e di accoglienza-verifica del rispetto delle norme di sicurezza da parte dei fedeli. Questi non devono presentare sia sintomi influenzali/respiratori sia temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5°C, e non devono essere stati in contatto con persone positive a SARS-Cov-2 nei giorni precedenti.

Manifesti e vademecum. La Curia ha predisposto l’invio alle parrocchie sia di due tipi di manifesto-avviso con le principali indicazioni-avvertenze (uno da esporre all’ingresso della chiesa, l’altro in sacrestia) che di un vademecum redatto insieme alla Commissione liturgica diocesana per la celebrazione dei sacramenti del battesimo e della prima comunione (escluso quello della cresima, sospeso fino ad ottobre) e delle esequie.

Adempimenti dei parroci. Dallo scorso fine settimana il vescovo ausiliare sta incontrando i parroci delle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi per illustrare loro il cronoprogramma degli adempimenti. «A ciascun parroco, quale legale rappresentante della parrocchia – evidenzia mons. Salvi –  è stata consegnata copia del protocollo Ministero-Cei, esortandolo ad ottemperare alle prescrizioni contenute». Inoltre, prosegue il presule, i parroci dovranno provvedere ad una «adeguata comunicazione delle norme da rispettare con il posizionamento del manifesto (predisposto dalla Curia, ndr) all’esterno di ogni chiesa in cui si celebrano le messe specificando il numero delle persone che possono accedere all’edificio di culto». Sempre il parroco, è riportato nelle “Indicazioni di Curia” dovrà «assicurarsi la presenza di collaboratori che sorveglino l’ingresso (dove collocare contenitori con liquidi igienizzanti, ndr) e l’uscita facendo rispettare la distanza di almeno 1,5 mt tra una persona e l’altra; per l’ingresso e l’uscita ove possibile prevedere due percorsi diversi e di predisporre già l’aula liturgica (prima del 18 maggio, ndr) in base al numero massimo di capienza tenendo conto del distanziamento previsto». Inoltre il parroco dovrà «assicurarsi che non vi sia assembramento di persone nel sagrato e in sacrestia» e «nel caso in cui non fosse possibile applicare nell’aula liturgica queste prescrizioni e si optasse solo per la celebrazione della messa all’aperto, le misure di sicurezza da adottare dovranno essere le medesime, compreso il distanziamento di 1 mt frontale e laterale». Per quanto riguarda le offerte non verranno raccolte più durante la celebrazione, ma potranno essere lasciate in «appositi contenitori collocati agli ingressi o in altro luogo ritenuto idoneo».

Igienizzazioni. Per quanto riguarda le operazioni di igienizzazione, le “Indicazioni di Curia” prevedono: «a fine di ogni celebrazione le chiese, i vasi sacri e le suppellettili devono essere igienizzate di volta in volta se si celebra più volte nello stesso giorno», raccomandando al celebrante e agli altri ministri di igienizzarsi «con cura le mani prima della celebrazione…».

Celebrazioni. Per quanto riguarda i battesimi e i matrimoni, «preferibilmente si celebrino al di fuori delle messe di orario; tenendo conto anche della possibilità di celebrare questi sacramenti al di fuori della celebrazione eucaristica, come indicato dai libri liturgici… Il battesimo sia solo per infusione e l’acqua benedetta venga poi smaltita nel sacrario…». Le esequie «siano celebrate fuori della messa di orario per evitare un alto afflusso di gente. Può essere celebrato il solo rito delle esequie (capitolo III del rituale), sia in chiesa sia al cimitero (capitolo IV del rituale) e si seguano le indicazioni della messa per la disposizione dei fedeli, qualora il rito sia celebrato in chiesa. Ugualmente se il rito viene celebrato al cimitero si tenga conto del distanziamento e dei dispositivi di protezione».

Messe in diretta. Altra disposizione non secondaria, contenuta nelle “Indicazioni di Curia”, riguarda le messe in diretta streaming. «Pur avendo utilizzato in questo tempo di emergenza la modalità streaming per la trasmissione della celebrazione – evidenzia il documento –, rimanga la stessa comunque uno strumento solo suppletivo rispetto alla partecipazione reale e diretta. La celebrazione sia trasmessa solo in diretta e non in differita o in modo ripetitivo attraverso i media. La celebrazione sia dignitosa, secondo le prescrizioni dei libri liturgici, e seguendo il protocollo e le presenti indicazioni. L’inquadratura sia ampia in modo da riprendere almeno l’altare, l’ambone e il celebrante. Si curino con attenzione anche l’audio e le luci».