La chiesa diocesana avvia «un fecondo rinnovamento pastorale» partendo dalla riorganizzazione del servizio sacerdotale

Ufficio Stampa Diocesano

Dopo la Visita pastorale dell’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti si è iniziato a riflettere sulla necessità di una riorganizzazione della presenza e del servizio dei sacerdoti diocesani nel vasto territorio dell’Archidiocesi perugino-pievese, coinvolgendo sempre più i laici nell’attività pastorale e missionaria della Chiesa locale. Tutto ciò, soprattutto, va colto come «un fecondo rinnovamento pastorale» della comunità diocesana. Ad evidenziarlo è lo stesso arcivescovo nell’annunciare l’avvio di questa significativa fase che si concretizza con la nomina di nuovi parroci e con l’affidamento di nuovi incarichi a sacerdoti e religiosi. E’ una riorganizzazione che dovrà completarsi possibilmente entro il prossimo mese di settembre, affinché si possa giungere organizzati alla Festa della Chiesa diocesana (28 settembre), che segna, come è consuetudine, l’inizio del nuovo anno pastorale.

E’ una riorganizzazione volta a favorire lo stare ‘insieme’ come Chiesa, per vivere e lavorare con spiritualità di comunione sia sacerdoti e parroci sia laici impegnati a vario titolo nelle realtà ecclesiali. Tutto questo per dare più forma e consistenza all’Unità pastorale fatta di più parrocchie sotto la guida di un parroco coordinatore, o come singoli sacerdoti che devono ricercare forme di lavoro concordato nel territorio in modo da stimolare un lavoro pastorale in équipe. Ogni sacerdote, comunque, rimane responsabile giuridico della propria parrocchia.

«È un tentativo nuovo e coraggioso di affrontare insieme il lavoro pastorale ‘ commenta mons. Chiaretti ‘, tenuto conto della solitudine dei preti, della loro possibilità di lavoro specializzato per singoli sacerdoti, dell’attuale carestia di vocazioni». Inoltre, «la morte in quattro mesi di sei sacerdoti e l’ordinazione di quattro nuovi presbiteri ‘ aggiunge l’arcivescovo ‘ costringe a fare una riflessione d’insieme che guardi non solo al presente, ma anche al futuro più o meno immediato. Anche il Sinodo diocesano (giunto nella fase conclusiva), oltre al Codice di diritto canonico, offre direttive per un rinnovamento di strutture e di persone».

L’arcivescovo ha incontrato recentemente i sacerdoti interessati alla riorganizzazione, illustrando loro il nuovo lavoro pastorale a cui sono chiamati, come menziona la Christus Dominus (n. 30,2): ‘A rendere più efficace la cura delle anime è da raccomandare caldamente la vita comune dei sacerdoti, specialmente di quelli addetti alla stessa parrocchia, perché la vita comune, mentre giova all’attività apostolica, offre ai fedeli esempio di carità e di unità’.

Mons. Chiaretti ha lavorato a questa riorganizzazione trovando ampia disponibilità di collaborazione nei sacerdoti; riorganizzazione che contiene, come lo stesso presule afferma, «proposte innovatrici che il popolo cristiano saprà capire e incoraggiare. Quando non si potrà fare diversamente, si continuerà ad affidare più parrocchie alle cure pastorali d’un solo parroco, o anche d’un diacono, o d’una équipe di catechisti laici adulti, sotto la guida d’un sacerdote munito delle facoltà d’un parroco».

R. L. /

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