Don Luca Delunghi: Il Sinodo dei Giovani è un cammino in cui il Signore, anche attraverso di loro, parla alla Chiesa, perché sono un segno dei tempi

In attesa del pellegrinaggio verso Roma, don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile di Perugia-Città della Pieve, si sofferma sul significato del Sinodo (la parola “sinodo” significa mettersi in cammino insieme).

«La Chiesa non ha mai smesso di camminare nemmeno con i giovani – commenta il sacerdote perugino –. Per questo papa Francesco ha riconosciuto la necessità di conoscere le strade percorse abitualmente dalle nuove generazioni. La Chiesa ha la necessità di arrivare anche lì, dove magari i giovani si sono fermati, dove magari c’è la necessità di riconoscere qualcosa di buono della loro vita, del senso che danno, degli orientamenti, delle scelte che sono costretti o chiamati a percorrere. Gesù si è messo in cammino con i due di Emmaus ed ha permesso loro di tirare fuori ciò che in quel momento abitava il loro cuore, anche la delusione e gli ha dato l’occasione di conoscerlo in maniera nuova, di viverlo in modo differente. Poi questi si sono accorti che il loro cuore ardeva, che Qualcuno era stato capace di illuminare la notte che stava per avvolgerli. Vivere un Sinodo per i Giovani diventa, sotto l’impulso di papa Francesco, vivere un Sinodo con i Giovani, che sono protagonisti e non solo oggetto di osservazione e di speranze. Sono loro che vengono chiamati a partecipare della loro fede, della loro vocazione che ci parla, non perché non l’abbiano o almeno non ne hanno meno di tante altre persone, ma è la Chiesa che sempre si rinnova che cerca di comprendere e di far comprendere a tutti la realtà che spesso rischia di fuggire via dalle nostre stesse comprensioni e strutture. La Chiesa ha bisogno di guardare ai giovani, perché questi sono un segno dei tempi».

Don Luca Delunghi fa anche un esempio di Chiesa in ascolto dei giovani fin dai suoi primi secoli, nel citare san Benedetto da Norcia, quando nella sua regola invita all’ascolto di tutti: «Proprio il fondatore del Monachesimo occidentale ricorda nella sua Regola, al capitolo III, alla comunità monastica che, quando essa è in consiglio, devono essere ascoltati anche i suoi membri più giovani perché spesso proprio al più giovane il Signore rivela la soluzione migliore. Questo è il Sinodo dei Giovani!».