Celebrato il 21° anniversario della morte del Venerabile Servo di Dio Vittorio Trancanelli. Il cardinale Gualtiero Bassetti: «Una santità di un padre di famiglia che, fidandosi di Dio, è riuscito a cambiare la propria vita e quella di tante persone aprendole alla speranza e alla fede di Dio»

Lo scorso 24 giugno, giorno in cui la Chiesa celebra la festa liturgica di san Giovanni Battista, è stato il 21° anniversario della morte del Venerabile Servo di Dio Vittorio Trancanelli (1944-1998), noto medico chirurgo perugino i cui resti mortali riposano nella chiesa dell’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia, dove il cardinale Gualtiero Bassetti ha presieduto la celebrazione eucaristica insieme a mons. Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello, e ad alcuni parroci e religiosi francescani che animano le attività liturgiche e pastorali della chiesa dell’Ospedale. Numerosi i fedeli presenti, molti dei quali testimoni diretti della santità di Vittorio Trancanelli, «nella vita e in sala operatoria», oltre a diversi degenti e rappresentanti del personale sanitario e della dirigenza ospedaliera, in primis il direttore generale Antonio Onnis e il direttore sanitario Luca Lavazza.

La santità è contagiosa.

Il cardinale Bassetti, nel salutare tutti loro a inizio celebrazione, ha ricordato quanto Vittorio Trancanelli amasse l’Ospedale e, nel rivolgersi alla moglie Rosalia Sabatini, ha evidenziato che «la santità è una malattia contagiosa per chi sta accanto ai santi. Il matrimonio santifica la persona ed anche la coppia. D’altra parte dicendo “contagio” non ho detto una cosa fuori luogo – ha commentato il cardinale –, perché è stato papa Benedetto XVI a dirci che “la fede deve diffondersi per contagio”».

La voce del profeta spesso scomoda.     

Il presule, nel citare la figura di san Giovanni Battista, ha sottolineato che «a suo modo anche Vittorio Trancanelli è stato un profeta, un uomo che con la sua vita annunciava le opere di Dio: Amore e Misericordia. Opere che sono anche un richiamo forte ad una vita diversa, austera, come quella del Battista che con la sua predicazione cercava di richiamare il popolo di Israele, specie i governanti, al rispetto della legge del Signore perché la legge è il cuore della vita. Tuttavia la voce del profeta è spesso scomoda e inascoltata. Giovanni fu una voce che gridava nel deserto, inteso non luogo fisico ma morale che simboleggia l’indifferenza generale. Il destino dei profeti è quello di essere apprezzati quando non ci sono più, come è stato per il Battista».

Punto di riferimento per poveri e malati.

«Vittorio viveva in intima comunione con il Signore Gesù – ha precisato il cardinale –, realizzando il suo sacerdozio laicale nella sua casa, nella sua vita e testimoniando la dimensione profetica nell’ambiente medico con distacco dagli interessi mondani per ricercare con forza sempre il bene delle persone che a lui si affidavano per essere curate. Egli ha realizzato la sua missione con lo stesso spirito del Signore Gesù che non è venuto tra noi per essere servito ma per servire. Vittorio è stato punto di riferimento per poveri, malati nei quali ha saputo sempre riconoscere l’immagine di Cristo povero e sofferente. Ha esteso la sua paternità a tanti bambini e ragazzi soli aiutandoli insieme alla moglie Lia, facendoli sentire figli amati. Questo suo cuore di padre ancora pulsa e ci commuove verso la sofferenza, intercedendo presso Dio con tutta la sua forza».

In attesa di un miracolo documentato.

Bassetti, avviandosi alla conclusione, ha ricordato che «i santi spesso riescono a commuovere il cuore di Dio per ottenere i tanti segni di amore di cui tutti abbiamo bisogno. Dio è Padre e dovremo ricordarcelo più spesso nella nostra quotidianità ed imitare la sua immagine quanto più possiamo con azioni di bene e di misericordia verso il prossimo. Siamo in attesa di un miracolo documentato perché la Chiesa possa certificare appieno la santità di Vittorio, quella santità della quale tanti di voi sono stati testimoni, di un padre di famiglia che, fidandosi di Dio, è riuscito a cambiare la propria vita rendendola una pura espressione d’amore e, al tempo, anche a cambiare la vita di tante persone aprendole alla speranza e alla fede di Dio oltre che curandole scrupolosamente come era suo dovere di medico».

Un concerto canoro.

Al termine della celebrazione, il postulatore della causa di canonizzazione, il dottor Enrico Solinas, ha parlato di non poche persone che costantemente si affidano alla protezione del Venerabile rivolgendogli incessanti preghiere e altrettanti devoti segnalano di aver ricevuto grazie per intercessione di Vittorio Trancanelli. Sempre il postulatore ha annunciato un grande evento canoro in onore del Venerabile, che si terrà il 3 novembre 2019 (ore 21) nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, con il tenore fra Alessandro Brustenghi e il soprano Sarah Piccioni.