A “Casa Emmaus” il “Memorial Andrea ed Eryk” per “condividere la gioia della presenza”

Un segno di ripresa delle attività pastorali e socio-aggregative dopo la fase acuta della pandemia nelle comunità parrocchiali dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, è stato l’atteso e partecipato “Memorial Andrea ed Eryk” presso la Casa di accoglienza “Emmaus” in Lidarno, svoltosi lo scorso fine settimana con il coinvolgimento anche di una rappresentanza della Pastorale diocesana universitaria e dei ragazzi degli Oratori di San Sisto e di Ponte San Giovanni. Il memorial si svolge da oltre un decennio con un torneo di calcetto e altri giochi e momenti di animazione e di festa, dedicato a due giovani frequentatori di “Casa Emmaus” prematuramente scomparsi: Andrea e Eryk. Vi prendono parte giovani e adulti con disabilità, i destinatari delle attività della struttura di accoglienza nata come opera segno del IV Congresso eucaristico diocesano (1999) per volontà dell’allora parroco e direttore della Caritas perugino-pievese mons. Giacomo Rossi.

Si tratta di una realtà di rilievo pastorale e sociale per il territorio circostante gestita dall’Associazione Emmaus il cui presidente è il parroco, don Antonio Sorci, affiancato dalla vice presidente e animatrice Angela Ciccolella, dalla responsabile delle attività Emanuela Stoppini, e da volontari e accolti molto motivati come Luisa Galmacci loro “portavoce” che ha presentato ai media di recente “Casa Emmaus” come “punto di riferimento, d’incontro e di crescita per molte persone dalla giovane età ma non solo, con la voglia di vivere nonostante le loro disabilità”. A “Casa Emmaus” queste disabilità quasi non si colgono grazie all’atmosfera molto familiare che avvolge tutti. Lo scrivono nei loro racconti Cristina Ranieri, Caterina Vizzarri, Luisa Galmacci e Angela Ciccolella. Uno di questi momenti è il “Memorial Andrea e Eryk”, che quest’anno ha assunto un significato particolare, perché, “nonostante il difficile periodo della pandemia – commentano – è stato bello ritrovarsi con le dovute precauzioni per condividere la gioia della presenza. Questo evento crea integrazione e relazione condiviso dal gioco, ma anche da altri appuntamenti come la celebrazione eucaristica festiva presieduta dal nostro parroco don Antonio. Si è svolto tutto nella tranquillità e nella gioia con due angeli dal cielo che ci proteggono ogni giorno, gli amici Andrea e Eryk!”.

Chi ha conosciuto i due giovani parla del memorial come di un’“esperienza che dalla morte di Andrea e Eryk ((e Roberto, deceduto il 4 dicembre scorso, al quale dedicheremo una giornata in primavera), il Signore vuole portare ancora vita, il Signore genera vita! Nella logica a cui siamo abituati, questo è uno scandalo, perché le loro morti sono state tragici eventi, profondamente ingiusti secondo la nostra logica, ma nel pensiero e nell’agire di Dio, nella logica della Risurrezione, Dio rende possibile che dalle loro morti sgorghi ancora vita! E questo lo abbiamo nuovamente sperimentato dal memorial, ci siamo lasciati condurre da questa logica della Risurrezione, ci siamo guardati e accorti di quanta vita ci fosse tra noi e che, come ha detto don Tonino nell’omelia, la prima vocazione alla quale siamo chiamati è vivere!”.

“Descrivere le emozioni provate in una giornata come quella di domenica 26 settembre a “Casa Emmaus”, nonostante siano passati diversi anni e diverse edizioni, non è per niente facile… Ancora una volta mi sono sentita chiedere come sia possibile che questi ragazzi creino dipendenza… In effetti è così! Il memorial non è solo il gusto di stare insieme, divertirsi e giocare, ma è vivere e ricordare due ragazzi che ci hanno lasciato il loro cuore, la loro anima e il loro spirito. Ancora più bello è vivere tutto questo insieme ai loro genitori che con gioia e gratitudine partecipano attivamente alla realizzazione del memorial. Grazie Andrea ed Eryk!”.

E ancora… “Leggendo i post scritti su invito dei ragazzi della Pastorale universitaria, che è stata con noi a far festa, forte è emerso il ringraziamento e la gioia dello stare insieme, della comunione vissuta durante la giornata, della meraviglia per l’esultanza ad ogni goal, chiunque fosse a segnarlo, compagno di squadra o avversario. Non stare soli è desiderio e necessità intima di ogni uomo, e a “Casa Emmaus” ci è donato. In questo tempo così insolito, più forte ancora il desidero emerge e possiamo solo rendere grazie e lode a Dio per esserci potuti ritrovare per il memorial e, in modo nuovo, ricordare Eryk (tornato alla Casa del Padre un anno e mezzo fa) insieme ad Andrea (11 anni fa). Calcetto la mattina in ricordo di Andrea, arrangiamento musicale e sidecar a staffetta il pomeriggio”.

In fine… “Sidecar formato da ‘carrozzina e carrozzinante’ più passeggero che corre a lato e persona che spinge. Testimone, la carrozzina e il suo passeggero, con tanto di telaio a riprodurre il sidecar stesso. Una giornata che ancor più evidenzia la ricerca di amicizia sincera, l’affetto semplice e diretto che sgorga in molteplici forme del cuore, la verità e concretezza della vicinanza, la fedeltà dell’esserci, possibile e realizzabile solo a partire e tornando da Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi”.