Azioni di contrasto povertà accentuate dal tempo del Covid-19. Ne parla l’economista Pierluigi Grasselli, direttore dell’Osservatorio diocesano perugino sulle povertà e l’inclusione sociale

«Anche dall’ultimo incontro delle Caritas diocesane dell’Umbria (tenutosi in videoconferenza la scorsa settimana, ndr) vengono indicazioni di un aumento dirompente della domanda di aiuto, da parte delle più diverse categorie di persone, colpite secondo modalità differenti dagli effetti del Covid-19». A rilevarlo è l’economista perugino Pierluigi Grasselli, direttore dell’Osservatorio sulle povertà e l’inclusione sociale dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, evidenziando che «la Caritas risponde con un forte impegno offrendo i servizi tradizionali ma anche innovandoli, seguendo una “fantasia della carità”, per far fronte ai bisogni emergenti con la diffusione dell’epidemia».

Criticità. L’esperto non esita a “denunciare” una preoccupante criticità: «Il massiccio incremento delle domande di aiuto sottopone però a tensione le strutture e si scontra con la limitatezza delle risorse finanziarie ed umane delle Caritas diocesane. Difficoltà analoghe, anche se con variabile intensità, si propongono a tutti gli Attori pubblici e privati (Regione, Enti locali, Fondazioni, Organizzazioni del Terzo Settore, Associazioni di cittadini, …) che operano a sostegno della crescente platea delle persone e delle famiglie colpite dalla crisi. E con i quali la stessa Caritas vive occasioni di collaborazione per fronteggiare l’emergenza».

Interventi. Le difficoltà che si prospettano e che potranno anche crescere d’intensità con il perdurare del pericolo di contagio, propongono con forza la necessità di impiegare con la maggior efficienza le risorse disponibili, e di coordinare e calibrare con accuratezza gli interventi dei vari Attori, per svilupparne al meglio le eventuali complementarietà, per assicurare un supporto integrale al richiedente aiuto:  chi ottiene un aiuto specifico dalla Caritas (ad esempio, sul fronte alimentare) può avere molte fragilità, di natura sia fisica che psichica che spirituale.  Gli interventi nel loro complesso dovrebbero incidere sulle persone e sui territori, curando la centralità di entrambi, e promuovendo l’attivazione di percorsi personalizzati, con coinvolgimento del Terzo Settore, nella progettazione sociale e territoriale (come si auspica nell’ “Appello della società civile per la ricostruzione di un welfare”, al quale ha aderito anche Caritas italiana, in sintonia con il “Piano per una protezione sociale universale contro la crisi”, di recente presentazione). Tutto questo dovrebbe essere compiuto contribuendo ad assicurare nel contempo le condizioni per una trasformazione dell’assetto economico e sociale del territorio, in linea con una maggiore sostenibilità sociale e ambientale, quale auspicata nella “Economia di Francesco”».

Bisogni. L’opportunità di un approccio coordinato tra gli attori suddetti, che potrebbe essere promosso e favorito dalle autorità regionali in accordo con le autorità comunali, per un’efficace progettazione degli interventi, si desume anche dalla natura dei bisogni, segnalati da Caritas italiana (InformaCaritas n.4, 25 aprile 2020 …), che stanno emergendo e per i quali si lavora e si dovrà sempre più lavorare.  Tra essi figurano: 1) orientamento e informazione alle persone sulle misure di supporto al reddito; 2) sostegno economico per persone e famiglie non coperte dalle misure esistenti; 3) sostegno psicologico e coinvolgimento in attività lavorative comunitarie; 3) servizi domiciliari per anziani e disabili, con raccordo Servizi sociali/Terzo Settore; 4 supporto ludico-didattico-ricreativo per bambini e ragazzi nei mesi estivi…».

«Si tratta di orientarsi verso una logica di lavoro di squadra – conclude il professor Grasselli –, in uno spirito di fraternità, consapevolezza e responsabilità, in linea con i presupposti attuativi di una configurazione di Bene Comune».